il direttore finito nei guai

De Franceschi, sospensione confermata

Aveva chiesto di tornare a dirigere la coop di Mori. La sua difesa: «Nessun furto, costituivo fondi neri» ma viene smentito



MORI. Il tribunale del riesame, presieduto dal giudice Guglielmo Avolio, ha rigettato la sua richiesta di revoca della misura cautelare: a Giorgio De Franceschi, direttore della Famiglia Cooperativa di Mori, rimane vietato ricoprire mansioni direttive in imprese ed enti, pubblici o privati che siano. Sospensione temporanea, per due mesi, in attesa che l’inchiesta in corso arrivi a qualcosa di definitivo o almeno più chiaro, ma che ha il chiaro scopo di impedire che in questo lasso di tempo il direttore possa ipoteticamente commettere nuovi reati o agire in modo da rendere più complessa la ricostruzione dei fatti di cui è accusato.

Messa in movimento dalla stessa Federazione delle cooperative, che aveva rilevato delle stranezze nella gestione della cooperativa moriana, la polizia era arrivata ormai due settimane fa ad ipotizzare a suo carico l’accusa di furto e di truffa ai danni della coop moriana. Sostenendo che nell’arco di quattro anni il direttore si sarebbe appropriato di merce varia per un valore di circa 30 mila euro. In parte prelevandola dagli scaffali (furto) ed in parte facendola acquistare alla cooperativa per poi farne dono ad amici (truffa). Ipotesi che fin da subito il direttore ha respinto con il massimo vigore e che anche i vertici della coop moriana hanno accolto con manifesto scetticismo, ipotizzando che alla fine tutto si possa ricondurre a molto più banali irregolarità formali nella gestione del punto vendita.

Nella sua difesa De Franceschi avrebbe puntato il dito proprio sui vertici della cooperativa, sostenendo che in realtà le vendite non contabilizzate sarebbero servite per costituire dei fondi neri, utili per fare piccoli regali o attribuire gratifiche non formalizzate a dipendenti particolarmente impegnati. Operazioni che gli sarebbero state suggerite da consiglio di amministrazione e presidente. Una tesi che non solo i diretti interessati hanno smentito nel modo più categorico, ma a supporto della quale De Franceschi non sarebbe stato in grado di fornire il benchè minimo elemento concreto a conferma. Quindi istanza di revoca respinta e sospensione confermata.

Nessuna decisione sarebbe ancora stata presa da parte della cooperativa nei confronti del direttore, che rimane quindi a casa in attesa di una formalizzazione della sua sospensione di fatto dal lavoro. (l.m)













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