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Costi della politica, Trentino - Alto Adige al secondo posto

Lo rileva l'Istituto Demoskopika: ammontano a 63,5 euro per abitante. Pesa la variabile dell'autonomia: in vetta c'è infatti la Valle d'Aosta con 143,4 euro



TRENTO. Il Trentino Alto Adige, con 63,5 euro per abitante, è la seconda realtà regionale che spende di più per «mantenere» il ruolo dei rappresentanti politici locali. Lo rileva l'Istituto Demoskopika, che ha rielaborato i dati contenuti nel sistema informativo Siope per il 2009, 2014 e 2015. I pagamenti effettuati in Italia nel 2014 per le indennità degli organi istituzionali degli enti territoriali è pari a 1,4 miliardi, poco più di 23 euro a cittadino.

Al primo posto c'è la Valle d'Aosta, con 143,4 euro. In vetta si trovano dunque Regioni e Province autonome, che in quanto tali offrono più servizi: una variabile, questa, che va considerata attentamente. Sul versante opposto si collocano Lazio, con 12,8 euro pro capite, e Lombardia che, per il 2014, ha speso 12,9 euro per abitante.

A livello nazionale la spesa è in diminuzione di 420 milioni di euro rispetto al 2009 (-22,9%), quando i costi della rappresentanza locale erano stati poco più di 1,8 miliardi di euro. Analizzate principalmente alcune categorie di spesa e di voci contabili: indennità, compensi e rimborsi per il funzionamento degli organi istituzionali, acquisto di beni e di servizi per le spese di rappresentanza.

Cinque le tipologie di enti locali sotto osservazione: Regioni, Comuni, Province, Comunità montane ed Enti parco. E, intanto, nei primi otto mesi del 2015 risultano effettuati pagamenti per indennità, rimborsi e spese di rappresentanza per 675 milioni di euro. La ricerca di Demoskopika ha utilizzato e rielaborato i dati contenuti nel sistema informativo Siope per il 2009, 2014 e 2015. «I dati - ha detto il presidente di Demoskopica, Raffaele Rio - confermano che, nell'ultimo quinquennio, si è ridotta la spesa corrente degli enti locali e, in particolare, di quasi un quarto la macrovoce dei costi diretti della politica. Malgrado persistano ancora alcuni interessanti spazi di manovra per razionalizzare ulteriormente le spese il funzionamento degli organi istituzionali dei governi locali, la strategia prioritaria di 'spremerè ulteriormente gli enti locali sembra poco proficua in termini di risultati, provocando, in alcuni casi, inutili tormentoni quali la soppressione delle Province e delle Comunità montane che, per assenza di una visione chiara e decisionista della politica stessa, ha prodotto situazioni tanto ambigue quanto complesse nella risoluzione».

«Si riprenda con decisionismo politecnico - conclude il presidente dell'Istituto Demoskopika, Raffaele Rio - la strada della giungla delle partecipate e il lavoro di efficientamento della spesa degli enti locali attraverso i costi e i fabbisogni standard ancora in alto mare o, nella migliore delle ipotesi, lontani dal produrre risultati tangibili».













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