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Corsa a Mezzolombardo per la maturità in 4 anni

La sperimentazione parte a settembre, le domande giunte da tutto il Trentino In 15 hanno passato il test. La preside Rossi: «Studio essenziale e dinamico»


di Francesca Quattromani


TRENTO. Saranno 15 gli studenti che, solo all' Istituto Martino Martini di Mezzolombardo, parteciperanno alla sperimentazione della maturità in 4 anni per l'anno scolastico 2017/2018.

Sarà un a rivoluzione. Non per il conseguimento del diploma a 18 anni anzichè a 19, ma dal punto di vista della didattica: il nozionismo andrà in pensione. Verrà insegnato l'essenziale, ciò che costituisce una base permanente: durevole, ricorsiva nella capacità di analisi, comparazione, abilità nel creare collegamenti.

«Non è un'imposizione ma un'opportunità. Se vi saranno altre scuole interessate, dopo un attento monitoraggio, immaginiamo di estendere il progetto anche ad altri istituti. Si tratta di sezioni all'interno delle scuole. Saranno percorsi innovativi. In Trentino, la maturità resterà sempre in 5 anni. Il Martini è il primo istituto ad aver accolto l'invito ministeriale promosso poi dalla Provincia. In futuro, la sperimentazione potrebbe interessare gli istituti tecnici, il classico, le scienze umane. Non solo lo scientifico. La scelta spetterà solo ai ragazzi, alle famiglie» precisa il presidente ed assessore alla scuola Ugo Rossi.

Per far parte della sezione sperimentale, gli studenti sono arrivati da tutta la provincia. «Solo in minima parte vengono dalla Rotaliana - spiega la preside dell’ Istituto Martino Martini , Tiziana Rossi - La maggior parte viene dal capoluogo, da Trento, da Cognola, da Borgo, dalla valle di Non. Questi ragazzi hanno scelto, con le famiglie, la maturità sui quattro anni. Hanno partecipato ad una selezione. Hanno avuto il coraggio di sperimentare. Altri, con grandi capacità, si sono forse fatti spaventare da questa che non è una sfida, ma un passo importante dentro l’ Europa.

Un’ Europa dove già ci si diploma a 18». Il progetto formativo è particolare, chiarisce ancora il presidente Rossi: «Richiede impegno, ma si tratta di una scelta. Non sarà una sperimentazione generalizzata, ma percorsi inseriti nel sistema, in parallelo al resto dell’offerta. Questa sperimentazione ha richiesto un notevole impegno agli insegnati». «Ma è stata anche un grande stimolo - aggiunge la preside Rossi - Si tratta, in questi mesi, di rivedere i programmi di insegnamento. Ci stiamo lavorando da un anno».

Dunque, a settembre, i 15 del Martini, cambieranno modo di studiare rispetto ai colleghi. Le selezioni nel novembre scorso. Alle spalle genitori con profili culturali medio alti. Il censo non conta, è vario. La loro classe sarà la 1°Los 4. « Verrà insegnato ciò che, nelle materie, è veramente l’essenziale - spiega appassionata la preside Rossi che l’idea di una scuola “diversa” la coltiva già da anni- Facciamo un esempio. Prendiamo la storia. Grande attenzione ai quadri di riferimento, ma in modo sintetico.

Ci si concentra sui grandi fatti o sulle dinamiche ricorrenti, più che su un apprendimento mnemonico sequenziale. Il punto non è ottenere il diploma un anno prima, benchè l’ Europa già lo faccia, ma coltivare competenze trasversali, che è poi quello che il mercato del lavoro richiede. Apprendere a memoria non è tutto. Conta molto, faccio un altro esempio, il vaglio critico delle fonti». Studiare in modo diverso, questo il concetto di base, non significa studiare meno. Comprimere in 4 anni i programmi che si fanno in 5 non è semplice. «Rivedere le discipline puntando sull’essenziale, veicolandole in modalità diverse può fare la differenza» chiude la preside tornando sui libri.













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