Contributi casa, sale la protesta

Cles, in 150 all’incontro in Comunità di valle. Menapace: «Questa legge serve solo per l’edilizia»


di Giacomo Eccher


CLES. Settanta a Sanzeno una settimana fa, il doppio l'altra sera a Cles: cresce e si allarga la protesta, che sta diventando rabbia, per le graduatorie della Comunità di valle per l'assegnazione dei contributi per ristrutturazione edilizia e nuove costruzioni. La sala assemblee della Comunità a Cles era piena come un uovo per l'incontro con il presidente della Comunità, Sergio Menapace, affiancato dall'assessore all'edilizia Walter Clauser (in carica da poche settimane, quindi a cose fatte, e pertanto assolutamente silenzioso) e da due tecnici, il funzionari Zanon della Comunità e Comper della Provincia, salito da Trento per riportare ai politici le osservazioni emerse. La piega della serata, alla fine inconcludente, è stata data dalle prime parole di Menapace.

«Questa legge, e le connesse graduatorie, non sono per finalità sociale (aiutare chi ha bisogno) o per risolvere problemi abitativo, ma per dare ossigeno all'edilizia. Così i parametri per partecipare sono stati abbassati generando tutte queste domande. I criteri non li condividevamo e l'abbiamo fatto presente alla Provincia, inutilmente». «Meno male che una legge così l'ha fatta una Giunta di Centro sinistra, se l'avesse fatta una di Centro destra sarebbe stato il finimondo» - ha urlato un giovane, da metà sala. La delusione dopo le parole di Menapace è stata sottolineata pure dal portavoce del Comitato spontaneo “dei delusi”, Marco Bertagnolli, che ha chiesto l'incontro.

Bertagnolli, arrivato da Sanzeno, ha messo sul tappeto una serie di domande, chiare e dirette: perché era stato prorogato di un mese il termine quando già erano esaurite le risorse con le richieste presentate il primo mese; i parametri e i criteri (che ha bollato come “subdoli”) che hanno generato l'elenco dei fortunati, e perché i nomi sono stati ufficializzati solo due giorni dopo le elezioni provinciali mentre erano pronti un mese prima. «Siamo arrivati delusi e partiamo arrabbiati, quella di oggi non è un punto di arrivo ma di partenza» - ha concluso Bertagnolli preannunciando una calata su Trento, per avere risposte dalla politica “che conta”. Molti gli interventi, e salvo qualche caso davvero emblematico (che raccontiamo a parte) il confronto si è mantenuto su toni accesi ma senza trascendere.

«Vedere che i soldi pubblici vengono distribuiti così a cuor leggero ai chi non ne ha nemmeno bisogno e ai soliti noti, fa tanta rabbia. Se penso all'F24 che devo versare tutti mesi al fisco mi viene voglia di smettere di lavorare» - ha detto un artigiano di Fondo con sulle spalle un'azienda di 10 dipendenti. Tornando all'elenco (perché di graduatoria, almeno per le ristrutturazioni non si parla perché non esiste un punteggio) il funzionario Zanon ha detto che l'ordine di inserimento in elenco è frutto, a quanto pare automatico, della combinazione Icef zero, il risparmio energetico e l'entità della spesa prevista (privilegiando chi spende di più). Una risposta che non ha convinto i 150 in sala perché ben 500 domande presentate sono a Imu zero, e quelle finanziate solo 75 su un totale di 1100 ammesse.

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