«Con Monti rafforzeremo l'autonomia»

Dellai: «Governo avanti fino al 2013, più concertazione. Noi non abbasseremo le antenne»


Chiara Bert


TRENTO. Consolidare l'accordo di Milano, completare l'approvazione delle norme di attuazione. Ma anche ristabilire un metodo di condivisione su come ottenere i risparmi. Lorenzo Dellai fa il tifo per un governo Monti che duri fino al 2013 e possibilmente con la presenza di esponenti dei principali partiti. «Nuovo statuto e nuove competenze - spiega - saranno tema della prossima legislatura».

Presidente Dellai, a due anni dall'accordo di Milano la norma di attuazione finanziaria con il governo Berlusconi è rimasta impantanata. Crede che col governo Monti si potrà sbloccare la situazione?
Io considero la difesa dell'autonomia l'orizzonte del mio impegno politico, ma oggi la posta in gioco è molto più grande. Se frana l'Italia, se la china discendente non si ferma e l'attacco ai titoli di Stato continua, anche la nostra autonomia ne subirà gli effetti. Spero che il governo Monti possa nascere nell'interesse dell'Italia e dell'Europa. In questo quadro, spero che continui un rapporto di intesa avviato con il precedente governo.

Porterete a casa la norma di attuazione?
La nostra prima esigenza è consolidare gli accordi finanziari raggiunti con il patto di Milano e far sì che i nuovi sacrifici che verranno richiesti non indeboliscano la nostra autonomia. Il problema dell'ultima parte del governo Berlusconi è stata di non essere coerente con quegli accordi. Il percorso del federalismo si è inceppato, è stato un disegno più proclamato che praticato.

Il precipitare della crisi non rischia di mettere in secondo piano proprio le trattative con le autonomie speciali?
Sono abituato a non considerare mai la difesa della nostra autonomia come un fatto riferito al colore politico di chi sta al governo a Roma. Non è che perché è cambiato il governo, adesso possiamo abbassare le antenne. Anzi, per certi versi le alziamo ancora di più perché sappiamo bene che c'è un'opinione pubblica nazionale che guarda alle Regioni speciali come a un covo di privilegiati. Questa caricatura della nostra realtà non è sparita con Berlusconi. L'attenzione sarà massima e costante.

Vede lo spazio, in questa legislatura, per ragionare su nuove deleghe alle Province autonome?
L'autonomia è un processo dinamico. In questa legislatura noi puntiamo a completare il disegno dell'accordo di Milano. Nel medio periodo dobbiamo essere pronti a una nuova stagione di innovazione costituzionale. Dovremo ragionare su un aggiornamento dello Statuto, che guardi a competenze più forti in tema di fisco e rapporti transfrontalieri, sempre più in un'ottica di Euroregione.

A quali nuovi sacrifici è pronto il Trentino per risanare i conti pubblici?
Sappiamo tutti che ci saranno nuove manovre che imporranno sacrifici, l'importante è che questo avvenga attraverso una condivisione. Da mesi e mesi non c'era più una sede in cui discutere con il governo, tutto ci pioveva addosso attraverso manovre e maxiemendamenti. Il nuovo governo dovrà ristabilire con le Regioni un metodo di lavoro che sia di concertazione su quali sacrifici fare e su come ottenere i risparmi. O tutti ci sentiamo corresponsabili o si finisce con le recriminazioni.

Parliamo di sacrifici. A suo parere da cosa si dovrebbe cominciare?
Mi auguro che non vadano a colpire sempre i soliti noti, il ceto medio e gli enti locali. Da questi si è spremuto tutto quello che c'era da spremere. Accanto al rigore, la nuova manovra dovrà puntare sulla crescita e sull'equità, e coinvolgere quei ceti sociali e quei livelli istituzionali che fino a oggi hanno concorso meno a pagare i costi della crisi.

Metterebbe la patrimoniale?
Sarà probabilmente necessaria, ma non servirebbe se lo Stato fosse capace d'intercettare finalmente parte di quella ricchezza che oggi viene sottratta al fisco. La patrimoniale c'è già nei fatti, con lo spread che erode il potere d'acquisto delle famiglie.

Il governo Monti dovrebbe avere una scadenza o durare fino al 2013?
Sono assolutamente convinto che debba arrivare a fine legislatura e sarebbe bene che avesse al suo interno la presenza dei principali partiti. La fase che abbiamo davanti non prevede scorciatoie. Non si può mandare Monti a fare il lavoro sporco e poi sperare di incassare alle prossime elezioni, i partiti devono assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.













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