Comuni, arrivano 46 milioni in più E la «tassa di scopo»

Nel bilancio della Provincia più soldi per gli investimenti Rossi ai sindaci: «Più sobrietà e attenti a programmare»


di Chiara Bert


TRENTO. Il bilancio 2017 della Provincia porta in regalo ai Comuni 46 milioni in più per gli investimenti: 25 milioni destinati al budget per la manutenzione del patrimonio comunale, 13 milioni per finanziare interventi per lo sviluppo del territorio nell’ambito del Fondo strategico e 8 milioni per i Comuni che versano risorse al fondo di solidarietà comunale (di fatto molti Comuni turistici che l’anno scorso avevano sonoramente protestato) . Cifre accolte con «sollievo» ieri dai sindaci. Il governatore Ugo Rossi insieme all’assessore Carlo Daldoss e al direttore generale Paolo Nicoletti ieri ha presentato la manovra al Consiglio delle autonomie locali.

Fisco: c’è la tassa di scopo. Per il 2017 la Provincia propone di confermare le aliquote e le detrazioni Imis 2016, con la facoltà per i Comuni di prevedere l’esenzione per le aree edificabili che consentono solo l’ampliamento volumetrico di fabbricati esistenti. La novità, sul fronte fiscale, riguarda la «tassa di scopo», a cui i sindaci guardano con interesse: si tratta della possibilità di introdurre un’addizionale Imis (di natura straordinaria) per finanziare una determinata opera pubblica, con un’aliquota massima dello 0,5% e per un numero limitato di anni. «Un’opportunità di autonomia in più», hanno commentato i sindaci di Trento Alessandro Andreatta e di Rovereto Francesco Valduga. E sempre per «responsabilizzare i Comuni» viene soppressa la norma che imponeva di tagliare del 50% la spesa per l’acquisto di arredi e auto, così come il divieto di acquistare immobili. Un’altra novità riguarda la tariffa rifiuti: nel 2017 sarà adottato un nuovo modello tariffario con l’obbligo di misurare i rifiuti conferiti dagli utenti (il residuo) per il calcolo della quota variabile della tariffa, lasciando libertà ai gestori su come «pesarla».

I numeri. Il fondo di solidarietà tra i Comuni ammonta a 41 milioni, alimentato da una quota derivante dai Comuni più ricchi e da 13,5 milioni provinciali: per il riparto si confermano gli stessi criteri adottati nel 2016, con la novità degli 8 milioni che la Provincia ha destinato ai Comuni «donatori». Come l’anno scorso, la Provincia stanzia 15,1 milioni per compensare il minor gettito dei Comuni relativo all’abolizione dell’Imis sulla prima casa, all’esenzione dei fabbricati degli enti strumentali provinciali e agli sgravi per gli impianti «imbullonati». Il contributo chiesto ai Comuni per il risanamento dei conti pubblici viene confermato a 5,3 milioni per il 2017 e sarà di 3,5 milioni per il 2018.

Sulla parte corrente del bilancio la Provincia conferma, come annunciato la scorsa settimana, uno stanziamento ulteriore di 3 milioni per i servizi alla prima infanzia, a fronte dell’impegno dei sindaci a non aumentare le rette degli asili nido: «L’impegno - ha detto ieri Ugo Rossi - è che si arrivi ad avere un nido in ogni valle del Trentino». Piazza Dante si accollerà anche gli oneri relativi al rinnovo del contratto del personale comunale, stimati in 4,5 milioni. Complessivamente il fondo per i servizi comunali ammonta a 63,4 milioni: invariati i trasferimenti per impianti sportivi, trasporto urbano, polizia locale, custodia forestale. E il governatore ha garantito anche il milione in più che ancora manca all’appello sul fondo socio-assistenziale, su cui ha lanciato l’allarme il presidente della Comunità della Vallagarina Stefano Bisoffi, responsabile per il sociale in giunta delle autonomie. Il fondo per l’attività istituzionale delle Comunità di valle sarà di 20,4 milioni.

Investimenti. Oltre alla quota aggiuntiva sul budget comunale e sul fondo strategico, i Comuni potranno utilizzare i 150 milioni del Fondo pluriennale vincolato sbloccati dal governo, mentre per quanto riguarda gli avanzi di amministrazione (che a giugno 2016 ammontavano a 106 milioni) sono garantiti ancora per il 2017. «Dal 2018 in poi stiamo trattando con Roma - ha confermato Rossi - per poter disporre almeno di una parte». Ai sindaci il governatore ha ribadito ieri che sugli investimenti «occorre cambiare registro»: opere improntate alla sobrietà, «cosa che in passato non sempre è accaduta», e programmazione della spesa attenta e molto più ravvicinata «perché non si possono più produrre avanzi».

Gestioni associate. Il tema è da sempre indigesto ai Comuni. Saranno previste nuove finestre di esonero dall’obbligo di gestione associata per i Comuni che avviano percorsi di fusione, anche derogando al criterio democragico (almeno 2 mila abitanti o almeno 3 Comuni coinvolti) in considerazione delle caratteristiche geografiche e turistiche dei Comuni coinvolti.

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