«Cia? Banalità e regressione»

Dellai all’attacco del centrodestra: «Un caravanserraglio sgangherato». E sprona la coalizione: «Servono idee forti»


di Chiara Bert


TRENTO. Il candidato del centrodestra Claudio Cia? «Il capo di un caravanserraglio sgangherato, un misto tra banalità e pensieri regressivi». Bisogna aspettare Lorenzo Dellai perché la sonnecchiosa sala della Cooperazione, dove il centrosinistra autonomista lancia la ricandidatura a sindaco di Trento di Alessandro Andreatta, abbia un sussulto e realizzi che siamo in campagna elettorale. L’affondo agli avversari arriva dall’ex sindaco ed ex governatore, oggi regista nel capoluogo del Cantiere civico democratico: «Sono tempi di grandi incognite e preoccupazioni - dice Dellai - ma di una cosa non dobbiamo preoccuparci, ed è il principale avversario di Andreatta, messo lì forse in attesa di altri - incalza - e per circostanze fortuite diventato candidato sindaco». «Figuriamoci se la città di Chiara Lubich potrebbe mai essere governata dai portatori di un pensiero così regressivo, da chi ha un rapporto di totale chiusura con i temi della diversità».

Quindi Dellai passa a parlare del centrosinistra e ammonisce che il livello della competizione interna tra partiti (leggi Patt e Cantiere civico, ndr) deve restare entro livelli fisiologici da campagna elettorale: «Non è un gratta e vinci, spero che la gara tra noi scompaia dalle nostre discussioni». «La nostra preoccupazione oggi - avverte - è per lo scetticismo verso la politica. La coalizione è un grande bene comune che non appartiene solo ai partiti». Per riavvicinare la gente alla politica, secondo Dellai «serve un’idea per il futuro. Le piccole cose di cui parla Cia non sono in contraddizione con i grandi progetti, la sfida si giocherà sulla conoscenza, l’innovazione, le reti tecnologiche, la qualità delle periferie, la vitalità della città per i giovani». «Trento - conclude - non si merita una politica lamentosa, non è tempo del volo raso terra. Il centrosinistra finora l’ha evitato con amministratori che hanno dato buona prova di sè. Ora dobbiamo vincere ma anche convincere».

Quando tocca al presidente della Provincia Ugo Rossi parlare alla platea, i toni diventano inevitabilmente più istituzionali. Il governatore garantisce collaborazione «con qualsiasi amministrazione comunale i cittadini sceglieranno il 10 maggio». «Ma a Trento - aggiunge - il centrosinistra autonomista è una coalizione riconoscibile, affidabile e responsabile. C’è chi cerca il consenso agitando le paure e cercando contrapposizioni, ma governare è più difficile che agitare le paure». Sul palco della Cooperazione sfilano uno ad uno gli esponenti delle forze politiche, nessuno escluso. Salvatore Smeraglia per l’Idv (che oggi sta nel Cantiere di Dellai) avverte che «anche a Trento ci sono segnali di nuovi problemi e servono risposte veloci». Alessandro Pietracci (Psi) conquista un applauso quando ricorda che «Trento è il capoluogo e rimane irrisolta la questione dei rapporti istituzionali con la Provincia». Marco Ianes rivendica per i Verdi il ruolo di «sentinelle della coalizione» sui temi dell’ambientalismo, agricoltura, energia, animali, urbanistica. La presidente del Pd Lucia Fronza Crepaz cita l’Argentario day e le centinaia di cittadini impegnati a lavorare per i beni comuni, come esempio per la politica «che deve sapere ascoltare il doppio di quanto parla».Da Roberto Stanchina, segretario cittadino e candidato del Patt, l’auspicio che la prossima amministrazione coltivi «buoni rapporti con la Provincia per capitalizzare gli sforzi». Miele per Ugo Rossi.

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