il caso

Chico Forti, un concerto per finanziare le spese legali

Intanto l'imprenditore trentino ha ricevuto per la prima volta in carcere la visita della figlia



TRENTO. Raccolta di fondi del Comitato «Una chance per Chico», mentre l'avvocato newyorkese Joe Tacopina sta per aprire nuove strade per ottenere la libertà di Enrico Forti. L'imprenditore trentino, 56 anni, fu condannato all'ergastolo nel 2002 per l'omicidio dell'australiano Dale Pike, avvenuta nel 1998 a Miami, ed è in carcere da quasi quindici anni in Florida, ma si è sempre dichiarato innocente. Un concerto-evento è stato organizzato per il 9 gennaio a Cavalese, per raccogliere denaro per le spese legali.

Un'iniziativa che segue le altre del Comitato, organizzate negli anni tra l'altro a Riva del Garda e a Trento. Per sette volte la famiglia e gli amici del Comitato hanno tentato di ottenere, ma invano, la revisione del processo «e ora riproverà il nuovo legale, Tacopina, che in alternativa chiederà l'annullamento alla Corte federale - ha spiegato Gianni Forti - zio di Chico, in una conferenza stampa a Trento - visti gli ormai evidenti errori del processo che ha portato alla sua condanna».

Un obiettivo, quello della revisione delle accuse nei confronti di Forti, che ha visto muoversi il ministero degli Esteri italiano, così come l'approvazione unanime di una mozione alla Camera, oltre che del Consiglio provinciale del Trentino.

Al concerto del 9 gennaio il Comitato degli amici, col presidente Lorenzo Moggio, ha annunciato anche la presenza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, e di esponenti della Fisi, in vista delle gare di sci. «Nello spirito di Chico - ha sottolineato - che sapeva unire cultura, solidarietà e sport». Il concerto, con contributo di 35 euro che sarà interamente devoluto e darà ai partecipanti il voucher per il tour del gusto della domenica, vedrà al violino Patrizia Bettotti e al pianoforte Edoardo Bruni, due artisti trentini, con repertorio classico e musiche di Dvorak, Schumann, Beethoven e Wieniawski.

«Dopo sedici anni Chico ha ricevuto la visita di sua figlia. Mi ha detto che per lui è stato un grandissimo regalo di Natale». Lo ha raccontato oggi a Trento Gianni Forti, zio di Enrico «Chico» Forti, l'imprenditore trentino di 56 anni condannato all'ergastolo per l'omicidio dell'australiano Dale Pike, avvenuta nel 1998 a Miami, e in carcere da quasi quindici anni in Florida e sempre dichiaratosi innocente.

«Chico mi ha detto che quello con la figlia è stato un incontro molto emozionante - ha aggiunto lo zio -, che lo ha portato quasi in uno stato di grazia e che spera di riabbracciare da uomo libero i suoi figli. Anche il fatto che i vecchi amici non lo dimentichino per lui è importante. Se questa volta ce la facciamo, è anche grazie alle iniziative che gli amici organizzano, come il concerto».

Amici che in carcere vanno a trovarlo, così come di recente, lo scorso 11 dicembre, da Chico Forti è andato il sottosegretario Mario Giro, accompagnato dal console generale d'Italia a Miami, Adolfo Barattolo, dopo che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha consegnato due giorni prima al segretario di Stato americano John Kerry un promemoria sulla vicenda di Forti.

A Chico Forti intanto, ha riferito lo zio, «è stato dato in carcere un diploma al merito, perchè ha organizzato corsi per il reinserimento dei detenuti, tanti da coinvolgere centinaia di carcerati e anche altri quindici docenti esterni e da avere visto la visita di commissioni da altri penitenziari, per studiarne il modello».













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