Centrosinistra, il rischio  è quello della libera uscita 

Dopo la nomination di Tonini Leu saluta e se ne va, forti malumori dentro i Verdi Litania di lamentele in Futura. Upt, Tonina lascia ma il partito diventa “Civico”



TRENTO. Carlo Daldoss ha salutato, sbattendo la porta. Liberi e uguali aveva detto che sarebbe rimasta nel centrosinistra solo se il candidato presidente fosse stato Paolo Ghezzi. Se ne è andata. In Futura 2018 il leader conferma fedeltà al “nominato” Giorgio Tonini ma sul web è lunghissimo il rosario di chi, deluso dalla “bocciatura” di Ghezzi, confessa di avere in mente una scheda bianca per ottobre.

Basta? No, l’effetto “libera uscita” è fortissimo in quel che fu il centrosinistra. Nei Verdi ieri sera Marco Boato e Lucia Coppola hanno sudato le proverbiali sette camicie per tenere nell’alveo dell’Alleanza un partito che si dichiara “delusissimo”. Nell’Upt Mario Tonina fa sapere che con questa coalzione non intende ripresentarsi ma il partito di Lorenzo Dellai e Vittorio Fravezzi ha pronto l’asso nella manica: cambierà nome mettendo chiaro nel simbolo quel prefisso “Civico” ora spartito dopo l’evaporamento della lista dei sindaci. Un ritorno alle origini per una Margherita che civica è nata e che dovrà però essere ratificato dal Parlamentino, all’inizio della settimana prossima.

Boato non fa marcia indietro sulla lealtà dei Verdi: «Ma i mal di pancia sono fortissimi. Sinceramente Giorgio Tonini, persona molto valida, non è la risposta più giusta rispetto a chi, come noi, chiedeva che si desse un forte segnale di novità» osserva, alle prese con le proteste dei suoi.

Paolo Ghezzi, il suo viso nelle foto e nelle riprese dopo il via libera a Tonini dice tutto, conferma la fedeltà all’Alleanza di Futura 2018, anche se la base del neonato partito è delusa. Molto: «Il Pd non ha osato scommettere sul rinnovamento. Ma adesso, per favore, care e cari, amiche compagni cittadine valligiani di sinistra, di centro, di sopra e di sotto, niente recriminazioni Mi dispiace deludere qualcuno ma io non torno in panchina. Io giocherò fino in fondo la partita anche se non mi hanno dato la fascia da capitano».

Si diceva di Leu, rimasta sull’uscio per vedere se fosse il caso di entrare nell’Alleanza: «Purtroppo ha vinto l'establishment, il vecchio, la continuità. La candidatura Tonini rappresenta l'estremo tentativo di sopravvivenza posto in essere da un ceto politico responsabile della sconfitta elettorale del centrosinistra alle recenti elezioni politiche che nasconde il proprio fallimento dietro termini come democrazia, popolarismo, autonomia spogliati del loro contenuto programmatico».

Ma all’orizzonte c’è già un nuovo contenitore, una nuova coalizione a sinistra di Futura2018, già a sua volta a lato del Pd: «Queste proposte e questi valori possono ancora trovare casa nelle prossime elezioni provinciali. É quindi per non disperdere un patrimonio importante di discontinuità e di innovazione che Liberi ed Uguali chiama le forze interessate, ma anche singoli e soggetti sociali per dare vita ad una coalizione politica per "Il Trentino che vogliamo" per decidere insieme le forme della partecipazione alle prossime elezioni di ottobre 2018».(g.t.)













Scuola & Ricerca

In primo piano