«Cei, un luogo incantato sempre più deturpato»

Andrea Luscia denuncia il fallimento della salvaguardia ambientale: le alghe che invadono il lago, i divieti non rispettati e le brutture delle immondizie



VILLA LAGARINA. «Si narra che un principe possa trasformare un ranocchio in una bella principessa, si dice che basti un bacio...». Inizia così la lettera-denuncia di Andrea Luscia che si chiede se per il lago di Cei sia arrivata la fine di un luogo incantato. E invita «il nostro principe a salire da Trento a Cei a farsi una passeggiata, a farsi conquistare da questo luogo meraviglioso che abbiamo la fortuna di avere in Trentino. E se il nostro principe (stimato presidente) avesse da incontrare un rospo... non esiti a baciarlo cosicché Cei possa tornare ad essere e mantenersi quella conca di rara bellezza dove la principessa Sissi amava passeggiare e trotterellare a cavallo».

A Cei, come afferma Andrea Luscia, «uomo e natura sono imprescindibili l’uno dall’altra in un equilibrio secolare... Nell’ultimo trentennio a Cei sembra che l’uomo abbia perso il senso di quell’equilibrio che ha tramandato a noi contanto incanto. E’ sotto gli occhi di tutti che la tutela attraverso un biotopo non ha sortito gli effetti asupicati. Il lago si è abbassato a volerlo ampliare, le alghe decuplicate a volerle tagliare. La tecnica, la cienza e lo studio alla loro massima espressione in una Provincia ricca e riconosciuta capace in termini di salvaguardia ambientale, a Cei sembra davvero aver fallito».

Viene giudicata da Luscia «scellerata la scelta di suddividere il lago/biotopo in due zone e si evince palesemente che si è proceduto così per permettere un uso alberghiero (dentro al biotopo) dell’antico Albergo Stivo poi colonia e oggi nuovamente struttura alberghiera. Un sentiero in terra battuta che permetteva la str passeggiata attorno al lago è oggi un continuo via vai di mezzi: moto, auto, camion e la corriera in promiscuità di famigliole a piedi alla ricerca di un momento di pace... Nemmeno gli orari di apertura al transito e dieci chilometri di velocità massima, vengono rispettati e fatti rispettare, segno evidente che la vecchia sbarra con tanto di chiavi ai residenti serviva eccome».

Andrea Luscia scrive poi che le immondizie sono sì nei bidoni, ma spesso in evidenza «creando una bruttura estetica e un’attrazione per i tre orsi che hanno scelto Cei come luogo di vacanza. Risulta evidente lo scarso peso dei pochi residenti nelle scelte istituzionali ed amministrative a qualsiasi livello. Non si chiedono interventi milionari, ma rispetto dell’ambiente, della sua bellezza e regole, regole chiare e nette figlie di una sola scelta che corrisponda ad una sola domanda: cosa vogliamo che sia in divenire questo meraviglioso luogo? Il Comune abbia il coraggio di uscire allo scoperto e di intavolare con la Provincia un fitto dialogo ricevendo suggerimenti dai cittadini ma sapendo esattamente cosa chiedere e cosa voler fare di Cei».

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