l'allarme

Castagne, un disastro: produzione giù del 30%

In Trentino quest’anno il raccolto sarà molto magro, anche se il settore è in salute. In Italia andrà ancora peggio: colpa delle scarse precipitazioni



TRENTO. Fervono nei prossimi fine settimana le feste della castagna, organizzate in tutti i luoghi di produzione di questo affascinante frutto, dopo quelle di Pergine e Caldonazzo. Alle porte (il 22-23 ottobre) ci sono gli appuntamenti a Centa San Nicolò, Roncegno (la più vecchia come manifestazione), e Spiazzo Rendena.

La produzione delle castagne – il cui raccolto è iniziato in questi giorni - è però in netto calo anche in Trentino. Se fino ad un paio di mesi fa la previsione era di un’ottima produzione simile a quella dello scorso anno, il perdurare di un lungo periodo senza pioggia ha determinato un netto calo di produzione. Secondo il presidente della cooperativa castanicoltori Stefano Pradi, la produzione di quest’anno sarà mediamente inferiore del 30% a quella dello scorso anno che era stata di circa 300 quintali conferiti dagli oltre 70 soci alla cooperativa, mentre meno altrettanti sono prodotti a Castione e fanno capo all’associazione castanicoltori locali.

Tutto sommato in Trentino le cose vanno meglio che nel resto d’Italia dove la produzione di quest’anno, secondo Coldiretti è precipitata al 10% per colpa di un parassita il cinipide, che peraltro dovrebbe essere combattuto a tappeto in base ad un preciso decreto ministeriale. Dunque, mentre al nord il calo sarà forte ma contenuto, in altre zone d’Italia - specie al Sud con in testa la Campania primo produttore italiano - è previsto un taglio nella produzione fino al 90%. “Il decreto ministeriale è stato un fatto molto positivo - afferma Pradi - e chi l’ha applicato puntualmente ha completamente debellato il cinipide. Merito sia del Ministero che della Fem che su delega della Provincia ne ha dato attuazione in Trentino facendo un ottimo lavoro”.

Ma qual è lo stato di salute del settore? Secondo Pradi le prospettive sono interessanti, ogni anno i soci mettono a dimora mediamente 500 nuove piante selezionate, la varietà Drena nelle zone più basse di coltivazione e la Valsugana in quelle più in quota. Considerato che un castagno in piena produzione può dare 20-25 kg di prodotto c’è la previsione che nei prossimi anni si assisterà ad un costante aumento della produzione, questo anche in considerazione del fatto che il prezzo medio che la cooperativa che vende quasi tutto il prodotto dei soci direttamente al consumatore finale riesce a liquidare mediamente sei euro a kg per il prodotto conferito nel nuovo magazzino di Vigolo Vattaro.

(c.b.)













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