la polemica

Caso orsi, Cia boccia la petizione anti-Provincia: "Offensiva e pericolosa"

Il documento chiede lo scioglimento dell'assemblea e la decadenza della giunta. Il consigliere contrattacca: "I promotori sono in malafede. La vita umana viene prima di ogni animale. Cattura e sterilizzazione fondamentali"



TRENTO. Da alcuni giorni - scrive in una nota il consigliere Claudio Cia - "circola in rete una raccolta firme deprecabile sotto più aspetti: 1) pericolosa, perchè mira a screditare il Consiglio provinciale di Trento; 2) offensiva, perchè colpisce l'attività dei consiglieri; 3) fallace, perchè formulata con l'ausilio di errori argomentativi e in completa assenza di parametri logici".

La petizione è diretta al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti delle due Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso. "La stessa è finalizzata ad ottenere lo scioglimento del Consiglio provinciale, la decadenza della Giunta e l'interdizione dei 31 consiglieri dai pubblici uffici. Le assurde richieste appena elencate nascono dal fatto che il 24 luglio u.s. il Consiglio avrebbe approvato una mozione illegale che impegna la Giunta a ridurre il numero di orsi presenti sul territorio trentino mediante eliminazione sistematica da parte dei bracconieri".

Al consigliere della Civica Trentina "preme evidenziare l'eccessiva semplificazione che caratterizza l'intero testo della petizione, unitamente ad una serie di tante imprecisioni e scorrettezze che ci fanno propendere verso la malafede di chi lo ha promosso. Il testo racchiude infatti tutta una serie di notizie false e tendenziose, elementi di una gravità inaudita che chiunque eviterebbe di scrivere se fosse in buonafede ed avesse soprattutto letto la mozione. Al contrario di quanto subdolamente affermato nella petizione, la mozione approvata dal Consiglio provinciale non viola alcuna legge nazionale né tantomeno le convenzioni internazionali a tutela dell'orso. Essa pone il problema attuale dell'eccessivo aumento degli orsi in un territorio di dimensioni modeste e notevolmente antropizzato. Diventa così necessario ridurre e al contempo monitorare il numero degli orsi al fine di evitare ulteriori aggressioni che possano minacciare l'incolumità degli escursionisti".

"Non si fa alcun riferimento alla caccia - continua Cia - e nemmeno a fantomatici orsi-premio da regalare ai cacciatori. Si ribadisce invece il chiaro principio per cui la vita di ogni essere umano viene prima di qualsiasi animale, orso compreso, e si rigetta l'infondata convinzione animalista per cui l'uomo sarebbe un intruso sulla terra. Si opera dunque un bilanciamento di interessi e si fronteggia uno stato di necessità: la sicurezza delle persone. Il Consiglio provinciale non ha un intendimento sadico bensì il dovere imprescindibile di garantire la vita dei cittadini che si avventurano nei boschi rischiando di imbattersi negli orsi, ancor più incattiviti se in presenza di cuccioli. La sterilizzazione, la cattura e il loro trasferimento (con metodo) diventano pertanto rimedi fondamentali. L'uccisione rappresenta l'extrema ratio".

"Appare innegabile - conclude Cia - il fatto che lo strumento della petizione venga sempre più spesso adoperato per condizionare l'opinione pubblica attraverso spinte irrazionali. Occorre invece produrre un ragionamento logico, le cui conclusioni siano coerenti con le premesse. Ci auguriamo che il buonsenso prevalga nella mente di chi ha promosso la petizione, rammentandogli che l'offesa ad un Corpo politico costituisce diffamazione ex art. 595 del Codice Penale e come tale perseguibile a norma di legge. ​E se proprio, proprio qualcuno vuole chiedere lo scioglimento del Consiglio, rammento che la storia di motivi ne ha forniti di molto più seri e fondati".













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