Casa Franzoi, dove i maiali sono di famiglia

Mezzolombardo, come vivere (felici) con sei suini e una piccola Arca di Noè che la sera guarda la televisione dal divano


di Liviana Concin


MEZZOLOMBARDO. Un maialino salvato da una fiera, una casa popolata da animali di ogni sorta che convivono pacificamente, una famiglia che accoglie i “quattro zampe più sfortunati”. Se non ci si trovasse a due passi dall'abitato di Mezzolombardo con questi elementi si potrebbe pensare ad una fiaba, un film Disney o una puntata di Peppa Pig. Invece la storia della famiglia Franzoi, del maialino Lino e dalle altre bestiole è una realtà che per l'equipaggio di quest'arca di Noè è diventata quotidianità.

Lino è un vispo maialino vietnamita che pesa appena una cinquantina di chilogrammi e che la scorsa estate era stato messo in palio come premio per una grigliata, con una fine poco edificante ad attenderlo. Riscattato da un gruppo di animalisti è stato affidato a Chiara e Stefania Franzoi, che nella loro casa ai confini del bosco ormai da anni si prendono cura di decine di animali.

Con l'aiuto del marito di Chiara, del figlio Sebastiano e del compagno di Stefania, le due danno vitto e alloggio ma soprattutto affetto incondizionato a nove cani, dieci gatti, sei maiali, quattro pecore, due capre, sei galline, due anatre, un oca, una tacchina e una tartaruga.

Ma non si tratta di una fattoria: tutti gli animali di casa Franzoi, pecore e maiali compresi, sono “da compagnia” a tutti gli effetti. Lino e i suoi compagni passano spesso serate sul divano a guardare la televisione con il resto della famiglia: Giulietta, maialina vietnamita di 150 chilogrammi, adora i programmi musicali, il compagno Grugno preferisce i cartoni animati. A pochi passi dal divano c'è posto anche per Peter e i suoi oltre cento chili di di stazza suina, sfortunatamente colpito da un Ictus che lo ha paralizzato, che ora viene pulito e imboccato da Stefania Franzoi.

L'unico a restare nel serraglio in giardino è Pinky, non perché non sia un coccolone, ma perchè i suoi 400 chilogrammi di rosea ciccia maialesca rendono difficile la logistica in appartamento.

Tutti gli altri suini,compreso lo scontroso Pumba, e qualche pecora più viziata, dormono spesso in casa, uscendo per i bisogni come i più educati dei cagnolini.

«Per noi non c'è alcuna differenza fra cani, gatti maiali o pecore - ha spiegato Stefania - li amiamo tutti allo stesso modo e loro ci ricambiano con un affetto immenso».

E c'è da crederle, guardandola mentre gratta il pancione di Lino che disteso al sole fa a gara per le coccole col bovaro di famiglia.

Certo,gestire tutta la truppa è un lavoro duro: tutte le mattine gli animali vanno governati e sfamati, ognuno secondo le proprie esigenze: la paglia per le pecore, la pappa e la frutta per i maiali, l'acqua del laghetto delle oche da cambiare, le stalle da pulire. Ma nonostante i rispettivi impieghi la famiglia riesce a gestirsi senza intoppi,con qualche sacrificio: in ferie si va a turno e i pavimenti si puliscono ogni giorno.

Per Stefania Franzoi, vegetariana da oltre un decennio, mangiare una fetta di prosciutto sarebbe come azzannare la coscia di uno dei suoi cani, e anche per il resto della famiglia la carne sta scomparendo dalla tavola salvo rarissime occasioni: non è facile “sbafarsi” un piatto di costolette con un maialino che scruta con gli occhi lucidi l’abbuffata dal divano del vicino soggiorno. Non è una fiaba, ma realtà. E commuove comunque questa storia di antispecismo concreto, fatto di azioni e non di parole, libero da dogmi e estremismi, mosso solo dall'amore per ogni animale, senza distinzioni.

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