Cani e “cacche”, educare i proprietari è la soluzione 

Sala della Caritro, il Lions Club mette a confronto un veterinario e un architetto Il problema per il dottor Bucci va affrontato in modo propositivo e non punitivo  


di Sandra Mattei


TRENTO. Un veterinario, un architetto urbanista, un assessore e una dirigente del Comune. Tutti chiamati a raccolta dal Lions Club Trento Clesio e dall’Associazione di promozione sociale DogBliss per trovare soluzioni sul problema delle deiezioni dei cani, tra i più complicati nella convivenza dei proprietari dei quattro zampe e non.

«Cani e marciapiedi: una convivenza possibile?» è il titolo dell’incontro pubblico che si tiene oggi, nella sala della Fondazione Caritro, alle ore 17.45, con ingresso libero. I relatori sono Giovanni Bucci, veterinario trentino zoologo comportamentista e Bruno Grillini, architetto urbanista, invitati anche l’assessore comunale all’ambiente Andrea Robol e la dirigente Luisella Codolo. Abbiamo chiesto ai due relatori se si possono trovare soluzioni ad un problema che vede contrapposti da tempo le due fazioni di chi ama i cani, ma non sempre osserva le regole del vivere civile che vorrebbero che si raccogliessero le loro deiezioni e chi li osteggia. Iniziamo dal veterinario, il dottor Giovanni Bucci. «Esistono vari accorgimenti tecnici - esordisce Bucci - legati allo studio del comportamento del cane per organizzare il territorio e delle normative da applicare di conseguenza. Ma tutti questi elementi sono d’aiuto solo se c’è una valida educazione del proprietario del cane e anche del non proprietario. Il messaggio più forte che passerà però è che “l’urgenza supera sempre la competenza”, nel senso che non possiamo pretendere che il cane trattenga i suoi bisogni a comando. Soprattutto se il proprietario lo porta fuori dopo essere stato tutto il giorno a lavorare. Gli unici che possono comandare ai cani di farla in determinati tempi e luoghi, sono i militari dell’esercito, che li istruiscono a dovere».

Che accorgimenti si possono prendere per evitare che il cane depositi i suoi escrementi ovunque?

«Il cane - spiega Bucci - marca il territorio più o meno volentieri in determinati luoghi. Si sa che non marca spazi che gli ricordano l’acqua, per questo in molti ambulatori veterinari si dipingono le basi delle pareti di azzurro, per evitare che faccia la pipì. È evidente che non si possono dipingere le strade di azzurro, ma ciò non toglie che determinate superfici potrebbero essere dipinte, sempre che si lascino altri spazi a disposizione dove possono farla». Ma come scegliere questi spazi? «Ci sono tantissime aree di verde pubblico - risponde Bucci - che potrebbero essere adibite allo scopo, perché non sono usufruibili. I proprietari di cani sono in maggioranza educati, ed il cane si può educare a farla in determinati posti. Chiaro che sta sempre all’educazione del proprietario, raccogliere le deiezioni dei cani». Bucci conclude: «In Trentino tre famiglie su quattro hanno animali di compagnia, quindi non si può affrontare il problema solo in modo punitivo».

Da parte dell’architetto Grillini, il problema sarà affrontato con una panoramica su quanto si fa in altre città europee. «Ci sono tentativi particolari - spiega l’architetto - anche soluzioni tecnologiche, come delle toilette chimiche, ma non danno grandi risultati. In passato è andato di moda fornire strade e parchi con le palette, ma se poi se non ci sono i cestini sufficienti per buttarle o non vengono rifornite regolarmente, siamo punto a capo». Anche Grillini conclude che «si deve puntare sull’educazione dei proprietari, non tanto con i divieti, ma al Comune spetta organizzare corsi per migliorare la cultura del bene pubblico».













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