Brennero, ottocento contro la chiusura

Presenti giovani dei centri sociali. Una ventina di feriti nei tafferugli. Fermato anche un 40enne italiano



BRENNERO. Non è arretrata di un centimetro la polizia austriaca, schierata cento metri oltre il confine del Brennero davanti al corteo di ottocento manifestanti che chiedeva un’Europa senza barriere contro i migranti. Tre camionette in diagonale e un centinaio di poliziotti (coordinati da un elicottero) hanno composto lungo la strada statale un posto di blocco mascherato da confine. «La manifestazione è finita, sciogliete il corteo» hanno gridato i responsabili della polizia dal megafono quando pochi passi separavano i rappresenanti dei centri sociali italiani dai caschi e dagli scudi. Un'imposizione, fisica e verbale, che non è stata accettata da un fiume di gente che chiedeva esattamente il contrario: libera circolazione per tutti gli uomini in Europa. Hanno continuato ad avanzare. I gendarmi sono rimasti immobili, poi hanno sfoderato manganelli e spray urticanti. Di tutta risposta dal corteo sono volati sassi, bengala e bottiglie. In un attimo è finita come si intuiva: uno scontro rapidissimo capace, però, di innalzare la tensione di una giornata che, fin lì, si era svolta in modo tranquillo. Il bilancio, alla fine, vede una quindicina di feriti tra i manifestanti (in larga parte contusi, molti al volto e con gli occhi irritati) e cinque tra i poliziotti. I protagonisti del contatto, in realtà, sono una minoranza del serpentone di dimostranti che si è spaccato in due. I più determinati davanti e gli altri staccati dietro.

Poco prima, sfruttando lo spostamento della gendarmeria lungo la statale, un drappello di giovani con le sciarpe alzate sugli occhi si era lanciato davanti a un treno in arrivo alla stazione di Brennero bloccando la ferrovia con alcune tende portate direttamente dal confine di Idomeni (tra Macedonia e Grecia, un simbolo delle recinzioni alzate per bloccare i migranti). Contestualmente è stato dato fuoco ad alcune sterpaglie che corrono lungo i binari tra le nubi provocate dai fumogeni. Anche qui l’intervento della gendarmeria è stato risoluto con lo spegnimento immediato della rete elettrica sulla linea e l’allontanamento dei dimostranti. Con le buone o le cattive. Alla fine saranno quindici gli identificati dalle forze dell'ordine austriache e un 40enne fermato: tutti italiani, probabilmente in coda al torneo. Riportato l'ordine alcuni giovani sono andati a recuperare le tende per posizionarle simbolicamente davanti al cordone. Con rulli e barattoli di vernice, infine, hanno composto la scritta “Refugees Welcome to Eu” e una freccia puntata proprio verso quei poliziotti schierati a difesa di una curva della statale.

Sono arrivati in ottocento, dunque, per chiedere un’Europa diversa, senza i muri alzati dalla sospensione di Schengen o i soldati. Il Brennero e Idomeni sono state unite in un ponte ideale. Tanti manifestanti, infatti, hanno voluto raccontare la propria esperienza vissuta tra Grecia e Macedonia. «In quel luogo si è sospesa l’umanità. Alle persone viene impedito di cercarsi un futuro diverso, una salvezza».

(a.c.)













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