trento

Botte all’edicolante, denunciati tre studenti

Sono accusati dell’aggressione a Danilo Moser in piazza Fiera. Uno di loro è minorenne: «Due minuti di pura cattiveria»


di Francesca Quattromani


TRENTO. Tre studenti trentini, uno minorenne, denunciati per lesioni dolose in concorso per l'aggressione all'edicolante di piazza Fiera a Trento prima delle tredici di martedì.

Danilo Moser, 58 anni, 40 di professione, non aveva mai visto tanta cattiveria. Lo racconta ieri mattina, dopo un pomeriggio all’ospedale, dopo essere puntualmente tornato al lavoro, alle 5.30, come ogni mattina, ripercorrendo mille e mille volte quanto accaduto ai tanti che volevano capire.

Da capire ci sono quei due minuti di violenza, tra calci, pugni, sputi, che hanno trasformato tre “bravi ragazzi”, uno studia al Sacro Cuore di Trento, in tre bestie. Danilo non smette di ripeterlo «erano cattivi».

La cronaca racconta di un edicolante che martedì sta chiudendo il suo chiosco. Siamo in piazza Fiera a Trento quando mancano 20 minuti alle 13, quando alla fermata decine di persone aspettano l’autobus. Tre ragazzi si avvicinano, uno chiede da bere, ma le immagini di uno spicchio di piazza che si prepara al desinare, raccontano che il distributore sta per essere messo da parte, si deve chiudere. E comunque senza pagare non si prende nulla. Ed è allora che succede qualcosa, una parola che sfugge, per maleducazione, malcelata intenzione, l’edicolante che reagisce, con un calcio ad un ragazzo, quasi per dire «ma lascia stare» poi, la furia che ancora scuote la voce di Danilo.

Un ragazzo alza le mani: uno schiaffo, un pugno, le spinte ed in fine lo sfregio degli sputi. Danilo Moser racconta così quei due minuti che parevano non aver mai fine «perché - dice - una violenza del genere non te la immagini su dei volti di ragazzi dabbene come da lì, dal vetro della tua edicola, vedi a migliaia: studenti che prendono l’autobus per andare a casa. Non erano ubriachi, non erano trasfigurati dall’abuso di sostanze; erano ragazzi come tanti. In tre, il minorenne trentino che alza le mani, gli altri due che intervengono prima a sedare, poi a dar manforte al compagno, quanto meno verbalmente.

Tutto sotto gli occhi di decine di persone. Nessuno interviene, solo un signore anziano tenta di portare i tre a più miti consigli. Tutto in due minuti, il tempo che la polizia ci mette a girare l’angolo e a raggiungere l’edicola, nel consueto giro di pattuglia. Per identificare i tre ragazzi, una manciata di giri di lancette appena e poi, l’arrivo in Questura.

Con il passare delle ore, si sommano i particolari di questa brutta storia, perché di questo si tratta. Non è l’ennesimo episodio di microcriminalità che ferisce la città, ma una delle sue parti più fragili che si mostra in tutta la sua cruda realtà. Tre bravi ragazzi, studenti di Trento, uno nemmeno maggiorenne che, dopo la scuola, si lasciano travolgere dalla follia. Due minuti, sotto gli occhi di tutti, due minuti che parevano venti .

Mentre Danilo porge il resto ad un cliente chiediamo se il ragazzino, poi, abbia chiesto almeno scusa.

«Certo - risponde Danilo -. Ma solo su invito della polizia»













Scuola & Ricerca

In primo piano