Bimbi intossicati, colpa dei pomodorini «troppo maturi»

Gli esperti: lo stato di maturazione dei prodotti porebbe aver portato una eccessiva proliferazione di batteri lattici



TRENTO. I disturbi intestinali accusati un mese fa da una trentina tra alunni e insegnanti del Collegio arcivescovile di Rovereto, dopo aver mangiato dei pomodorini, potrebbero essere dovuti allo stato di maturazione del prodotto, che ne ha aumentato l’acidità rendendo possibile un’eccessiva proliferazione di batteri lattici. La notizia è stata resa nota nel corso della chiusura della quarta edizione del programma “Frutta nelle Scuole”, svoltasi alla scuola elementare di Povo di Trento alla presenza dell’assessore Tiziano Mellarini.

La società Benessere a colori ha reso noto che i referti ufficiali delle Asl di Padova e di Trento hanno confermato che l’esito delle analisi chimiche effettuate sul prodotto è negativo sia dal punto di vista chimico sia microbico. «Le analisi - ha spiegato Fausto Bertaiola, presidente del Consorzio Ortofrutticolo Padano e responsabile per il Triveneto del progetto ’Frutta nelle Scuolè - dimostrano che sul prodotto non sono state riscontrate contaminazioni nè chimiche nè batteriologiche e che, quindi, non c’è nessun tipo di responsabilità dei produttori».

Secondo il professor Giacone, docente di Igiene e Tecnologia degli alimenti all’Università di Padova, «i disturbi intestinali potrebbero essere eventualmente collegabili allo stato di maturazione del prodotto, che ne ha aumentato l’acidità rendendo possibile un’eccessiva proliferazione di batteri lattici. Questo ultimi sono organismi naturali assolutamente innocui per l’essere umano, fanno parte della normale flora intestinale e sono presenti in molti alimenti, come lo yogurt».

Mellarini ha definito questo caso «isolato, che non deve rappresentare motivo di abbandono del programma, ma uno stimolo per tutti i soggetti coinvolti nella sua gestione ad assicurare una migliore qualità dei prodotti ed un controllo più capillare lungo tutta la filiera, dall’azienda produttrice fino alla scuola». «È necessario - ha aggiunto - riproporre ai ministeri coinvolti alcune modifiche e correzioni, al fine di apportare dei significativi miglioramenti ad un programma già valido ed efficiente, in risposta ad un contesto scolastico molto avanzato e sensibile come quello riscontrato nel nostro territorio. In particolare favorire il consumo di prodotti locali e rendere maggiormente flessibile la possibilità di scelta delle tipologie di frutta e verdura e delle relative confezioni, in modo da tener conto delle esigenze espresse dalle famiglie e dalle scuole».













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