Bidello molesta un’alunna delle medie

L’uomo, che lavora in una scuola di Trento, è accusato di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di 13 anni



TRENTO. Andare a scuola e trovarsi le addosso le mani di un adulto. Un adulto che avrebbe dovuto essere lì per essere d’aiuto. E invece ha approfittato della sua posizione. Per questo un bidello di 47 anni che lavora in una scuola media della città si ritrova con un’accusa di violenza sessuale sul capo. Giovedì dovrà comparire davanti al giudice Carlo Ancona. Ad accusarlo una ragazzina di tredici anni. La giovanissima studentessa sostiene che l’uomo l’ha toccata nelle parti intime mentre stava facendo delle fotocopie in bidelleria. Contro l’uomo c’è anche la testimonianza di un’amica della presunta vittima. La Procura ha anche fatto sottoporre il bidello a una perizia psichiatrica ed è emerso che è perfettamente in grado di intendere e di volere. Quindi rischia una pena piuttosto pesante.

I fatti al 6 aprile 2012. Quel giorno l’insegnante aveva mandato la ragazzina a fare delle fotocopie. La studentessa, però, aveva chiesto di essere accompagnata da un’amica. La professoressa ha dato il permesso. Così le due ragazzine sono andate in bidelleria. Lì hanno trovato l’uomo di 47 anni che ha preso il libro e lo ha messo sulla fotocopiatrice. Poi è uscito dalla stanza con una scusa ed è rientrato immediatamente. Rientrando ha strofinato il dorso della mano sui glutei e sulle cosce della ragazzina che gli stava dando la schiena perché stava facendo le fotocopie.

La ragazzina si è girata di scatto tutta scandalizzata e stupita. Ma il bidello non si è scomposto e le ha chiesto di botto se lei avesse mai fatto sesso. Le parole usate, però, erano volgari e scurrili. La ragazza a quel punto è diventata tutta rossa ed è scappata. Una volta a casa, ha raccontato tutto a sua madre. La donna non ci ha pensato sopra nemmeno un secondo ed è andata dai carabinieri. I militari hanno iniziato subito le indagini. L’episodio, infatti, era inquietante perché il bidello era tutti i giorni a contatto con le studentesse. Per prima cosa i carabinieri hanno sentito il racconto della ragazzina che era con la studentessa che affermava di essere stata molestata. L’amica ha confermato tutto. Ha detto che lei e la sua compagna di classe erano andate in bidelleria e che il bidello era uscito con una scusa e che, poi, è tornato dentro la stanza strofinandosi sulla ragazzina intenta a fare delle fotocopie. L’amica ha anche aggiunto che la manovra era stata studiata, dal momento che la stanza è ampia e c’era tutto lo spazio per passare senza toccare la studentessa. Non solo, la testimone ha detto che una cosa del genere era accaduta anche a lei tre mesi prima fuori dalla scuola. Aveva incontrato il bidello in un centro commerciale e questo l’ha subito apostrofata con frasi volgari e chiedendole se avesse mai fatto sesso. Sulla base di questa testimonianza, la Procura è andata avanti nelle indagini e ha affidato una perizia psichiatrica per stabilire se il bidello fosse capace di intendere e di volere. E’ emerso che l’uomo è perfettamente in grado di comprendere quello che fa.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano