Auto, cresce la «sete» di metano e gpl

La crisi spinge i cittadini a cercare veicoli che consumano meno. Ansaldi dell’Aci: «Ma il parco macchine è ancora vecchio»


di Luca Marognoli


TRENTO. Tra i pochi aspetti positivi della crisi (e del caro-carburanti) c’è quello di avere accelerato molto la sensibilità del pubblico verso la mobilità sostenibile. Dover subire salassi quotidiani per rifornire la propria auto a benzina o diesel vale più di cento campagne di “pubblicità progresso”, soprattutto se si è pendolari (e molti trentini lo sono). La volontà di rinnovare la propria vettura però si scontra con dei limiti oggettivi, come il costo ancora troppo elevato delle tecnologie alternative e con la carenza della rete di servizio. Non ultima, va considerata la tendenza - generalizzata - di tenere più a lungo le vecchie auto, il che fa contenti i meccanici ma non giova certo all’ambiente.

Alberto Ansaldi, direttore dell’Aci di Trento, conferma questo quadro. «Per il gpl non c'è ancora la rete necessaria, che si spera di realizzare in un prossimo futuro, ma si registra un' attenzione crescente: ci sono più auto ibride in circolazione (benzina-gpl e benzina-metano), anche grazie agli incentivi praticati dalle case, con veicoli messi in vendita allo stesso prezzo di quelli a benzina. Le campagne pubblicitarie insistono molto su questo e c'è anche un interesse mediatico più forte. Quanto ai mezzi elettrici, sono ancora piuttosto cari, almeno quelli che garantiscono 200 Km di autonomia, grazie a generatori ausiliari. Parliamo di 30-40 mila euro per comprare uno dei pochi modelli a disposizione».

La legislazione promuove i veicoli a basso impatto: a partire dall'anno prossimo le immatricolazioni riguarderanno solo gli Euro 6. La fotografia della situazione in Trentino, però, mostra che il parco auto provinciale è ancora vecchiotto. «Ci sono ancora 57 mila Euro 0, 23 mila Euro 1 e 78 mila Euro 2», spiega Ansaldi. «Sono invece 99 mila gli Euro 3, 141 mila gli Euro 4 e 10 mila gli Euro 5. A Trento, nelle fasce limitate, ci sono quindi 160 mila veicoli fermi. Questo significa che c'è ancora molto da fare». Il direttore dell’Aci sta spingendo da tempo sul tasto degli ecoincentivi: «Sono finiti a marzo 2010 ormai. Noi chiediamo nuove agevolazioni per aiutare le famiglie a sostituire i veicoli in uso. La loro reintroduzione sarebbe anche una spinta psicologica. Non tutti hanno 20 mila euro o più per cambiare auto: basterebbe favorire l’acquisto dell’usato. Chi ha un Euro 2 farebbe un bel passo avanti spostandosi su un Euro 4 o 5. Si potrebbe anche passare ad auto meno potenti: penso ai neopatentati, che il primo anno non possono guidare veicoli con più di 55 Kw/t, con benefici sia per la sicurezza che per l'ecologia».

La Provincia sta facendo la sua parte. «Sono stati compiuti passi significativa detassando gli ibridi per i primi 5 anni e si parla di uno sconto del 10% per Euro 5 e superiori per gli anni prossimi», rimarca Ansaldi. «Ma la mobilità è un fatto anche culturale: se usiamo l'auto per andare al tabacchino dietro l'angolo, è lo stesso impattante e crea congestione al traffico. La cosa importante è usare il mezzo più idoneo al tipo di spostamento».

Sempre sul fronte legislativo, vanno segnalate le novità introdotte dalle leggi sull’energia e sul commercio, grazie ad iniziative promosse da consiglieri particolarmente attenti alla materia come Mattia Civico del Pd. Nella prima sono previste azioni per la promozione della mobilità sostenibile, tra le quali l’impegno della Provincia a sostituire entro dieci anni tutti i veicoli a sua disposizione “con mezzi a elevata efficienza energetica e a basso impatto ambientale”, eccettuati quelli per il primo soccorso e la protezione civile, e l’incentivazione dei servizi di car-sharing per lo spostamento dei dipendenti pubblici. La seconda legge invece dà la facoltà ai titolari di aree di servizio di consentire il rifornimento self-service di gas metano anche al di fuori degli orari di apertura.

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