Appalti fermi ecco le task force

Sì alla legge. Gilmozzi: «Un miliardo di opere da sbloccare» Pratiche in ritardo, la responsabilità ricadrà sui dirigenti


di Chiara Bert


TRENTO. Contro la crisi dell’edilizia arriva una nuova legge confezionata e votata a tempo di record, sotto il pressing dei 2 mila artigiani scesi in piazza e superando più di una perplessità interna alla stessa maggioranza (il Pd). Il consiglio provinciale l’ha approvata ieri con 21 voti a favore e l’astensione delle minoranze. «Le nostre imprese sono state polverizzate dalla speculazione edilizi, oggi manca la domanda e manca il credito - ha ripetuto ieri l’assessore Mauro Gilmozzi - servono sì interventi strutturali, come il recupero degli edifici esistenti e le riqualificazioni dei centri storici, ma occorre anche agire subito. La nostra domanda di lavori pubblici è rimasta uguale a quella del 2011, ma ci sono un miliardo di opere ancora ferme sul residuo dei bilanci comunali che vanno sbloccate. E con il nuovo regolamento è importante che sui piccoli appalti i lavori finiscano alle imprese locali».

Poco convinte le minoranze. «Ci asteniamo per responsabilità - ha detto il leghista Alessandro Savoi - ma è puro fumo, non avrà alcuna incidenza reale». Astenuti anche i consiglieri del Pdl: «Le categorie aspettano, ma quello che manca è un taglio alla spesa pubblica improduttiva», ha detto Rodolfo Borga.

Comuni e appalti. Arrivano le task force per sbloccare gli appalti fermi. Saranno dei tavoli tecnici (Provincia-Comuni–Comunità di valle) a fissare un cronoprogamma e se i tempi non saranno rispettati, la Provincia potrà revocare il finanziamento ai Comuni. Tramite Cassa del Trentino la Provincia potrà intervenire in supplenza dei Comuni anche in caso di mancato pagamento, fatto salvo - come prevede un emendamento di Zeni (Pd) - il rispetto del patto di stabilità.

Silenzio-assenso. Per accelerare le pratiche edilizie il pacchetto di interventi prevede che per i Comuni valga il principio del silenzio–assenso (esclusi i provvedimenti di tutela del patrimonio storico-artistico, della salute e della pubblica incolumità). Il principio, su richiesta dei Comuni, sarà applicato anche ai provvedimenti della Provincia e dove ciò non fosse possibile per ragioni legislative, il ritardo sarà un elemento che peserà sulla valutazione dei dirigenti. Altra novità: la concessione durerà fino a 5 anni (oggi sono 3).

Controlli alle imprese. È stato un altro tema di scontro tra la giunta e i Democratici, preoccupati - come i sindacati - di un allentamento dei controlli. «Non dobbiamo rompere le scatole alla gente che lavora», è stato il refrain del governatore Dellai. Ridurre la burocrazia può aiutare il Pil, è stata la linea della giunta, si tratta di coordinare meglio le verifiche ed evitare i doppioni. Per allentare la pressione sulle aziende, la legge consente di derogare alle attività di controllo non necessarie alla tutela degli interessi pubblici, ma un emendamento del Pd prevede che dovranno essere comunque garantiti gli attuali livelli di tutela dell'ambiente e di vigilanza e sicurezza sul lavoro.

Incentivi. Contributi (fino al 40%) per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi personale (under 35) inviato dall’azienda ad operare all’estero. Finanziamenti provinciali anche per professionisti (singoli o associati) per l’avvio di attività. Lo stanziamento previsto è di 700 mila euro all’anno per il prossimo triennio.

Tagli alla spesa. Nella legge anti-crisi è stata inserito anche l’impegno della giunta, in risposta alla richiesta del governo Monti, ad adottare entro 60 giorni un piano di miglioramento della pubblica amministrazione che - ha ricordato Gilmozzi - consentirà di ridurre del 10% (120 milioni di euro) la spesa di back office della Provincia.

Tra gli ordini del giorno approvati quello di Dominici (Patt) per lo spezzettamento degli appalti per favorire le ditte trentine e quello di Morandini (Pdl) perché Equitalia applichi criteri più umani nella riscossione delle tasse.

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