Anziani, Zeni accelera «Prima si fa, meglio è»

L’assessore avverte: «Fusioni? Garantiscono flessibilità nell’uso delle risorse» Ma all’Upipa la proposta non piace: «Non potremo garantire la qualità di oggi»


di Chiara Bert


TRENTO. «Prima facciamo la riforma del welfare per gli anziani e prima diamo risposte ai cittadini. Manca un anno e mezzo alle elezioni, non è che ci fermiamo a gestire l’ordinario». L’assessore Luca Zeni, il giorno dopo aver incassato il sì della maggioranza provinciale all’impianto della sua proposta, seppur condizionato a un percorso condiviso su tempi e modi di attuazione, accelera.

Perché è sui tempi che si giocherà il futuro una riforma che rivoluziona il sistema dei servizi: al posto delle attuali 41 Apsp la proposta prevede la nascita di 16 Agenzie degli anziani di valle, che si occuperanno non solo di Rsa ma di offrire piani assistenziali personalizzati sui bisogni. Alle Comunità di valle spetterà il compito di elaborare le direttive per le agenzie, insieme alla Provincia, e di gestire il budget per il territorio (132 milioni di euro oggi destinati alle Rsa) assegnando i finanziamenti.

In maggioranza Upt e Patt hanno manifestato timori per i riflessi di consenso che la riforma rischia di provocare nei territori, soprattutto i più grandi, con l’accorpamento delle Apsp. «Argomenti difficilmente sostenibili - replica Zeni - questa è una riforma che migliora le opportunità per i territori e le risposte per le famiglie. Il vero dramma silenzioso oggi è quello di tanti anziani soli che restano esclusi dai servizi. Dal punto di vista del consenso non dobbiamo avere paura, anzi rivendicare che la riforma è necessaria». «È stato un iter lungo - prosegue - abbiamo ascoltato tutti, incontrato centinaia di interlocutori, amministratori, Rsa, sindacati, Terzo settore. Adesso è arrivato il momento della decisione politica e su questa c’è stata la condivisione della maggioranza, un passaggio che non era scontato. L’impegno che mi sono preso è di affrontare la fase tecnica e attuativa che è complessa, incontrando tutti gli attori, nel modo più condiviso possibile. Gli operatori devono abituarsi ad un nuovo approccio». Zeni non indica tempi ma avverte: «Alle provinciali manca un anno e mezzo, se dovessimo fermarci allora tanto vale andare ad elezioni oggi». L’assessore ha già messo in agenda dalla prossima settimana una serie di incontri con Upipa, sindacati, Consiglio delle autonomie, Comunità di valle.

Il 14 in particolare incontrerà i vertici dell’Upipa, che rappresenta le Aziende pubbliche per i servizi alla persona. Il presidente Moreno Broggi ieri ha spiegato che fino ad allora non rilascerà dichiarazioni. Ma quella che trapela dalla cooperativa, dopo aver letto sui giornali le anticipazioni della proposta di Zeni, è un sostanziale no. A fine ottobre il documento approvato dall’assemblea chiedeva di fatto due cose: che il budget restasse alle Apsp, e non alle Comunità di valle, e che le fusioni fossero su base volontaria. Ecco perché non piace l’impianto della riforma: «È rimasto quello iniziale - si fa notare - una mera riduzione cambiando il nome delle Apsp in Agenzie per gli anziani. Ma così si perde il legame con il territorio, pensare di gestire tutto dal centro è pericoloso, a rimetterci sarà la qualità dei servizi. Rischiamo di diventare geriatrie di periferia». Ma ai dubbi sugli accorpamenti, emersi anche in maggioranza, l’assessore risponde in modo netto: «La sfida è dare risposte alle famiglie, se il territorio diventa troppo piccolo perdiamo il vantaggio che deriva dalla flessibilità delle risorse (assegnate dalle Comunità di valle, ndr), se torniamo a suddividere manteniamo la rigidità che vogliamo superare».

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