a sopramonte

All’ex monastero di Sant'Anna un’osteria gestita da due donne

Francesca Carbonari, 20 anni, e l’amica Daniela Ruggeri pronte al debutto: «Amiamo quel posto, il sogno si realizza»


di Luca Marognoli


TRENTO. Saranno due donne di Sopramonte, Francesca Carbonari, ventenne fresca di diploma di liceo scientifico con il pallino della cucina e Daniela Ruggeri, la “tata” che la teneva da piccola, a gestire l’osteria che in primavera aprirà all’ex monastero di Sant'Anna. Da diversi lustri in disuso, l’immobile è stato ristrutturato dal Comune e a breve diventerà un ristorante con bar annesso. «Io e Daniela ci conosciamo da sempre: per me è come una zia e sono coscritta di suo figlio», racconta Francesca. Si sono lanciate in questa nuova avventura con grande entusiasmo: «Tutto è successo un po’ per caso: abbiamo visto il bando per la gestione, volevamo entrambe dare una svolta alla nostra vita e siamo tutte e due molto legate a Sant'Anna, dove andavamo a fare i picnic e a giocare a pallavolo io e a passeggiare con amici e famiglia lei», prosegue la ragazza. «In più io fin da piccola volevo lavorare nella ristorazione. Così ci abbiamo provato. Bisogna credere nei propri sogni...».

Della società fa parte anche Alberto Barbieri, titolare dell'hotel Montana, a Vason: «Io sono l'amministratore ma di fatto svolgo il ruolo di coordinatore e consulente - dice l’albergatore - perché a curare la parte operativa saranno Francesca e Daniela».

L'assegnazione è avvenuta in primavera. «Il locale è vuoto e la gara prevede che una parte dell'arredamento sia realizzata dall'assegnatario, una dal Comune su indicazione del gestore. Ci vorranno quindi degli ulteriori bandi relativi alle attrezzature, dal banco bar alla cucina. Allo stato attuale, siamo in fase di valutazione, da parte del Comune, del progetto da noi presentato».

I tempi sono stati più lunghi del previsto: «Ci eravamo posti degli obiettivi che sono stati disattesi e ora serve un'ulteriore calendarizzazione», continua Barbieri. «Dovevamo partire per l'autunno ma siamo in ritardo di sei mesi».

Ma le due future gerenti l’hanno presa con filosofia e sono tutte concentrate sui preparativi: «L'apertura dovrebbe avvenire attorno a marzo e aprile. Il menù? È in fase di definizione - precisa Francesca - ma ci saranno piatti tipici trentini caldi e freddi. Non mancheranno taglieri di salumi e formaggi, locali ma non solo; poi avremo zuppe, polenta e coniglio... i grandi classici insomma. Aggiungeremo qualche nostra invenzione, che possa caratterizzarci, in modo che la gente dica “vado a Sant'Anna per mangiare quella specialità”. E poi, essendo anche bar, ci saranno aperitivi e piatti freddi, per chi viene di passaggio dopo una passeggiata».

Francesca ammette di essere una neofita. «Quest’attività è una novità per noi: ci siamo buttate. Io mi sono diplomata l'anno scorso allo scientifico e ho fatto un anno di volontariato alla Kaleidoscopio, mentre Daniela è Tagesmutter. All’inizio chiameremo qualcuno che ci affianchi, per partire bene. Ma io sono molto appassionata di cucina e gli altri dicono che sono portata. Cosa so fare? Dai dolci ai primi, agli antipasti. Piatto forte: la pasta fatta in casa».













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