All’ex Frizzera Lidl, uffici e parcheggi 

Il Comune dà la concessione per l’abbattimento dell’Euromix, una delle aree degradate in attesa di riqualificazione


di Sandra Mattei


TRENTO. Sull’area degradata dell’ex Frizzera, da tempo nel mirino di denunce e attacchi al Comune, perché rappresenta un bruttissimo biglietto da visita per la città ed è stata oggetto di vari insediamenti di disperati e conseguenti sgomberi, si apre un nuovo capitolo. Entro la settimana infatti la proprietà, la Mak Costruzioni di Lavis, potrebbe iniziare i lavori di abbattimento dell’ecomostro di via Brennero, l’Euromix che sorge a fianco dell’altra bruttura, l’ex Frizzera, che dà il nome all’area. Lo conferma il responsabile di Mak Invest, Mirko Petri, il ramo immobiliare della società Mak dei fratelli Pellegrini, che ha acquistato a sua volta l’area dalla Sparim di Bolzano. Già in occasione della discussione sul bilancio di fine anno, il vicesindaco Paolo Biasioli aveva proposto un emendamento al Dup (approvato) per cedere alla Mak Costruzioni un’area trasversale est-ovest di 759 metri quadrati e ricevere in cambio una fascia lungo via Brennero, per poter realizzare, a spese della ditta edile, una pista ciclabile, una postazione per il bikesharing ed un eventuale cicloparcheggio.

L’assessore all’urbanistica annuncia che proprio ieri è stata rilasciata la concessione edilizia per il recupero dell’area, dopo il pagamento da parte della Mak degli oneri di urbanizzazione che ammontano a 40 mila euro. «L’intervento prevede l’abbattimento dell’Euromix e il risanamento dell’ex Frizzera. Si tratta del cosiddetto risanamento conservativo che dovrà mantenere la destinazione precedente, ovvero attività commerciali ed uffici. La proprietà dovrebbe aprire un supermercato ampio fino a 1500 metriquadrati, la Lidl, ed altre attività. Non solo, la ditta sosterrà i lavori della pista ciclabile e del bikesharing . So che loro hanno urgenza di costruire, per cui la situazione si dovrebbe finalmente sbloccare». Al posto dell’Euromix, la Mak vuole realizzare circa 200 posti auto, la maggior parte riservati all’attività commerciale ed a uffici, altri 80 liberi, che saranno aperti dalle 6 alle 22.

Biasioli, sulla annosa vicenda, tiene a sottolineare: «Mi auguro che la conclusione di questo iter, sia visto come un segnale di attenzione per il riutilizzo delle aree degradate della città. Spero che a breve partano anche la demolizione dell’ex asilo di via Manzoni, e quella della Nave di via San Pio X, ma quest’ultimo edificio è di proprietà Itea».

L’ultimo atto che mette la parola fine all’area degradata, arrivato alla fine dell’anno appena concluso, è stata la delibera della giunta provinciale del 28 dicembre, che approva l’iter per la valutazione di un eventuale inquinamento dell’area in questione. Un iter che parte dall’incarico dell’ex proprietario Sparim alla ditta Iser srl, del settembre scorso, per verificare la presenza di sostanze inquinanti. La conclusione dell’indagine è stata che l’area non presenta sostanze inquinanti tali da superare le concentrazioni di soglia di rischio (in sigla Csr). L’Agenzia competente in materia di inquinamento ambientale è quella per la depurazione che, ricevuta la documentazione, l’ha dovuta trasmettere al Servizio geologico ed all’Appa. Quest’ultima ha integrato i dati con una contro analisi che ribadisce l’assenza dei superamenti delle concentrazioni (Csr), anche nelle condizioni più cautelative. Il Comune di Trento, a sua volta, ha espresso parere favorevole ai primi di dicembre, sottolineando che “qualsiasi modifica progettuale, costruttiva comporta una rivalutazione dell’analisi di rischio specifica in ordine alle possibili interazioni sullo status quo».

In definitiva l’Appa ed il Comune di Trento hanno espresso parere favorevole, quindi a sua volta la giunta provinciale ha approvato i cosiddetti “Piano della caratterizzazione” e l’”Analisi di rischio” di Iser ed ha deliberato la chiusura del procedimento di bonifica.













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