Alberghi, l’Alta Rendena settima per posti letto

Il Garda e la Valle di Fassa la precedono nei dati dell’Ufficio Statistica provinciale Su tre presenze, solo una è in albergo: squilibrio che influisce sugli arrivi stranieri


di Ettore Zini


GIUDICARIE. L’avreste detto che l’ambito Madonna di Campiglio-Pinzolo-val Rendena, in fatto di ricettività alberghiera, è solo al settimo posto in Trentino?

Lo dicono i numeri, pubblicati dal Servizio statistiche della Provincia per il 2013. Analizzando voce per voce, si scopre che lo scorso anno le presenze turistiche in albergo, garnì e altre strutture analoghe della Rendena e Campiglio sono state 1.061.481. Nel Garda Trentino 2.777.133, a ruota la Valle di Fassa con 2.713.702, seguita dalle “cugine” delle valli di Sole, Peio e Rabbi, con 1.827.345. La musica cambia quanto il dato diventa complessivo. Vale a dire quando si prendono in considerazione esercizi alberghieri (in totale 133, 108 sono a Campiglio e Pinzolo), più alloggi privati e seconde case.

In tal caso, “regina” è la Valle di Fassa con 4.118.727 presenze. Seguita subito dopo da Sole-Pejo-Rabbi con 3.668.047. Mentre la Rendena (Campiglio compresa) si deve accontentare del terzo posto, con 3.266.504. In questo caso, il Garda Trentino scende al quarto posto con 3.082.683 presenze. Dati che, esaminati, mettono a nudo l’esiguità del potenziale alberghiero della Perla delle Dolomiti e dintorni, con un’offerta turistica del residenziale di uno a tre. Ogni tre presenze, una è appannaggio dell’albergo, due di alloggi privati e seconde case. Un dato di fatto che si spiega raffrontando il numero di posti alberghieri di Campiglio e valle sottostante con quelli ricavati in abitazioni e residence. Il risultato è impressionante, ed evidenzia uno squilibrio a dir poco abnorme. Si scopre così che, su 61.225 posti letto 8.226 sono in strutture alberghiere, garnì e pensioni, contro i 52.999 in prime e seconde case. Un divario a tutto svantaggio degli alberghi. Oggi molto penalizzante, per l’aumento della clientela straniera («Il 45%, gli stranieri sulle piste al termine della stagione invernale», lo ha confermato nei giorni scorsi il presidente delle Funivie Francesco Bosco), a scapito di quella nazionale. Tour-operator e agenzie di viaggio, per la clientela dell’est Europa vendono prevalentemente pacchetti alberghieri. L’alto Garda ha invece una situazione in antitesi: il 75% dei posti letto sono negli alberghi, il rimanente 25% nelle abitazioni. Esattamente l’inverso dell’Alta Rendena. «Purtroppo, in tutta la valle – dice l’architetto Maurizio Polla, per tre legislature sindaco di Caderzone – si è privilegiato il residenziale, a scapito dello sviluppo alberghiero. Scelte scellerate che oggi pesano». «Quand’ero sindaco – aggiunge – a Caderzone su 1.100 posti letto disponibili solo 300 provenivano dall’alberghiero». Non è un mistero, infatti, che la Rendena, con 6.719 seconde case, 4.543 alloggi privati, per circa 53.000 posti letto nell’extralberghiero (l’86% dei posti letto disponibili) si conferma l’ambito con il maggior numero di case di villeggiatura e seconde case di tutto il Trentino. Un primato, frutto di una politica che ha privilegiato l’aspetto speculativo, alla necessità di una crescita equilibrata. A Campiglio, ma anche a Pinzolo - dove le verifiche catastali danno 2.010 seconde case e 2.765 alloggi privati - si è in pratica costruito ogni centimetro quadrato disponibile. Il risultato è la disponibilità di un’offerta turistica fortemente squilibrata a favore del residenziale, che mal si concilia anche con l’inclusione nella Ski-Area campigliana di Serodoli. Proprio in virtù del crescente aumento dell’utenza straniera.













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