Ai gruppi 40 mila euro Nessun taglio al budget

Fondi, Palazzo Thun si ferma ai proclami ma non mette mano alle spese Il presidente Pegoretti: «Deciso così da novembre, ma molti risparmieranno»


di Luca Marognoli


TRENTO. Arriva la seconda tranche dei fondi per i gruppi consiliari di Palazzo Thun. Altri 20 mila euro, che portano a 40 mila il budget totale a disposizione dei partiti. Pur parlando di una somma non certo enorme, dopo i tanti proclami e inviti al risparmio risuonati dentro e fuori dall'aula era lecito attendersi un segnale di sobrietà. Un gesto simbolico, insomma, considerando anche che questi fondi prima del 2006 ancora non esistevano, che furono introdotti (quando la crisi era di là da venire) tra le polemiche e che finora sono stati utilizzati dall'assemblea a macchia di leopardo.

Secondo il presidente del consiglio, Renato Pegoretti, però oggi è troppo tardi per tagliare. «Quella che prenota la somma per il 2012 è una determinazione dovuta», afferma. «Prima d'ora potevamo impegnare solo il 50% perché il bilancio non era stato ancora approvato. Ora c'è l'intero ammontare a disposizione. Ma è solo un impegno di fondi, i gruppi possono spenderli o no».

La decisione di mantenere i 40 mila euro del passato era stata presa in novembre dalla conferenza dei capigruppo, che ha lasciato ai partiti la facoltà di decidere come comportarsi. «Gli altri anni solitamente la metà andava a risparmio», commenta Pegoretti. «E anche quest'anno la gran parte dei gruppi ha dato un segnale. Quali? Il Pd, ad esempio, ha affermato che utilizzerà solo il 50%, altri come il mio gruppo (i Socialisti, ndr) ha chiarito che non userà alcun fondo. Non parliamo però di chissà che somma: se si considera che ci sono 50 consiglieri, a ciascuno andrebbero meno di 1000 euro, 500 se ne venisse impiegata la metà. Gli utilizzi sono diversi: qualcuno fa convegni, altri il giornalino... Ma tutto è chiaramente documentato».

Restando a Palazzo Thun, ma parlando di ordini del giorno che “intasano” l’aula, Pegoretti risponde a Nicola Giuliano (Pdl) che aveva inviato a fare qualche seduta in più o ad allungarne i tempi. «Dice una cosa che ho sempre sottolineato», rimarca il presidente. «Sarei felice se si riuscisse a trovare un accordo per poter prevedere, in alcune circostanze, un solo intervento per gruppo oppure sedute più lunghe. Ribadisco che serve un’autoregolamentazione per decidere i tempi di trattazione. Quello del Pdl è comunque un segnale di disponibilità perché si trovi una via per smaltire gli ordini del giorno, anche se riconosco che sono uno strumento importante per le minoranza. Ma non decide il presidente».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano