Accordo a tre fallito la parrocchia gestirà l’oratorio

Il protocollo con Comune e la «Murialdo» non ha dato frutti Don Nicolli: «Sarà luogo di aggregazione per le famiglie»



ROVERETO. Il protocollo a tre per il rilancio dell'oratorio Rosmini ha fallito: dall'anno prossimo si riparte da zero, sotto la regia della parrocchia. I festeggiamenti di questo fine settimana per i 100 anni di fondazione dell'oratorio segnano anche la fine di un capitolo di storia di questa istituzione, e - per la parrocchia - la partenza di un nuovo percorso. Magari più fortunato: il parroco don Sergio Nicolli punta sulle famiglie e sul volontariato di due parrocchie: San Marco e Sacra Famiglia. La storia si era interrotta nel 2000, con l'addio dei salesiani e i lavori di restauro, e nel 2008 Comune, parrocchia di San Marco e Comunità Murialdo unirono le forze, nel difficile compito di riportare i giovani in via Paganini. In parte sono anche tornati, ma non abbastanza; il protocollo è scaduto a fine 2011 e non avrà proseguimento. A fine giugno finiranno i fine settimana per famiglie curati dalla Comunità Murialdo, e quest'estate, salvo qualche attività parrocchiale, l'oratorio resterà chiuso.

«Il protocollo non è stato rinnovato perché non ha dato i risultati a cui si puntava rispetto agli investimenti fatti - afferma don Nicolli - dei risultati ci sono stati, ma non sufficienti». Il protocollo aveva al centro il lavoro degli operatori della Murialdo, che, con il sostegno finanziario del Comune, hanno proposto attività per giovani, nel contempo lavorando per creare una rete di volontariato. I giovani ci sono stati, con alti e bassi, ancora più faticoso creare del volontariato stabile e assiduo. La parrocchia, proprietaria dell'oratorio, ha così deciso di prendere l'iniziativa. Il Comune, che sta per aprire il centro giovani di viale Trento, si defila, mentre la Murialdo potrebbe ancora dare una mano nell'attività; ma ad agire dovranno essere i volontari, più che gli operatori. Quindi, si riparte: via Paganini è il "confine" tra la parrocchia di San Marco e quella della Sacra Famiglia, e primo obiettivo è farne il centro della collaborazione. Il modello si avvicina a quello in atto negli oratori dei paesi, dove spesso funziona.

«Da pochi mesi è stata fondata l'associazione Noi+, che vede già iscritti i ragazzi della catechesi delle parrocchie di Santa Maria, San Marco e Noriglio - continua il parroco - abbiamo portato all'oratorio la pastorale giovanile del decanato, i gruppi giovani parrocchiali, i gruppi delle famiglie e i punti di ascolto delle due parrocchie. Tenteremo di indirizzare le attività sulle famiglie piuttosto che solo sui ragazzi». Il parroco è ben consapevole che sarà un lavoro difficile, conta sull'apporto della Sacra Famiglia - «In San Marco ci sono tanti anziani, mentre nei quartieri sono di più le famiglie con figli» - ma non vuole un ritorno al passato. «L'oratorio era fiorente in passato perché era l'unico centro di aggregazione. In città adesso ci sono tanti punti di riferimento, c'è più dispersione. Ci vogliono forme nuove di coinvolgimento. L'oratorio deve diventare un luogo di relazione per le famiglie: solo allora si potrà recuperare l'attività».(m.s.)

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