«A Levico Terme serve un nuovo Prg»

L’assessore Werner Acler: «Prima però dobbiamo recuperare gli edifici del centro storico e gli alberghi dismessi»


di Antonio DeCarli


LEVICO TERME. Dopo una urbanizzazione che negli ultimi anni ha portato a una edificazione intensiva e speculativa, sindaco e giunta hanno creato in municipio un vero Ufficio urbanistica che ruota attorno all’ingegner Barbara Eccher. E proprio del futuro urbanistico della città abbiamo parlato con l'assessore Werner Acler.

Assessore su quali punti si dovranno basare le future scelte urbanistiche di Levico?

«Ci siamo chiesti se dobbiamo continuare a urbanizzare tutti gli spazi verdi o riconsiderare e rimettere in gioco gli spazi edificabili esistenti in particolare nel centro storico».

A detta di molti la città si sta pian piano snaturando e da piacevole zona residenziale si sta trasformando in un edificato dormitorio.

«Infatti, aumentare indiscriminatamente le aree da edificare porta alla sofferenza e poi al collasso. Il patrimonio alberghiero dismesso va recuperato e inserito in un circuito perequativo che serva alla città così come le aree agricole in abbandono vanno sfruttate in pieno. E’ urgente pure la riqualificazione delle sponde del lago. La massima priorità oggi è quindi per noi portare a compimento tramite la Comunità di valle il Pgtis (Piano dei centri storici seguito dall’architetto Richi) e il recepimento della Legge provinciale sulle seconde case, il sistema perequativo, la revisione del Pup che il Comune ha affidato all’architetto Enzo Siligardi. Senza questi passaggi non è possibile una revisione necessaria del nostro Prg (aggiornato nel 2004, ndr), impostare una corretta pianificazione, recuperare l’edificato in centro storico che testimonia quello che è rimasto della città»,

Ma non è costoso e difficile il recupero dei vecchi edifici?

«Una volta era così, oggi ci sono nuove tecnologie, nuovi materiali. Dobbiamo però darci una normativa moderna che aiuti chi ristruttura, non restare ancorati al solo vincolo tipologico. Il centro va ripensato come cuore pulsante che deve far rivivere la città».

Allora servono però parcheggi pertinenziali e nuova viabilità e mobilità alternativa.

«Tutto questo va pensato alla luce dei nuovi insediamenti pubblici e privati. Ma tutti devono sentirsi responsabili e non frenare questo disegno».

Si riferisce all’area Beber o alla cabinovia?

«Ambedue sono grandi opportunità per la città e per l’economia. Serve buonsenso e condivisione. Per quanto riguarda la cabinovia bisogna uscire dalla logica che mamma Provincia può fare tutto lei; diversamente il banco può saltare con gravi danni per tutti».

Ma per la cabinovia è più un problema di gestione o tecnico/geologico.

«Per la gestione la penso esattamente come il sindaco Passamani, ci vuole compartecipazione di tutti pensando soprattutto all’indotto. I problemi tecnici e geologici sono superabili. Partenza in zona lago-campeggi ed arrivo in Panarotta sono tra le zone più belle del Trentino. Va però tenuto conto realisticamente di quello che serve. Per realizzare cabinovia è imprescindibile saper prima come recuperare gli impianti invernali in Panarotta e utilizzare al massimo la cabinovia soprattutto d’estate».

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