L’omaggio di Civezzano a Käthe Perlberg 

Oggi una serata e poi l’affissione di una targa in ricordo dell’ebrea che a Garzano evitò lo sterminio



CIVEZZANO . Oggi alle 20.30 nella sala sottotetto delle elementari ci sarà l’incontro con la studiosa Maria Luisa Crosina, autrice del libro “Le storie ritrovate: Ebrei nella provincia di Trento 1938- 1945”. Si deve all’autrice la scoperta della storia di Käthe Perlberg e della sua famiglia a Garzano, raccolta e scritta «perché non si disperdano le parole dei vivi e perché i morti riabbiano un filo di voce».

Käthe Perlberg nata a Vienna da una famiglia borghese ebraica, aveva sposato Bernardo Caliò, violinista di Catanzaro. Nel 1938 i due coniugi, con la figlioletta Anna, vivono a Torino, dove il prof. Caliò suona nelle orchestre cittadine. Insieme a loro vive un'amica viennese di Käthe, Eva Haas Flatter, che così riesce a sottrarsi alla situazione drammatica in cui versano gli ebrei austriaci. Nell'agosto del 1940 la famiglia Caliò si sposta in Val Sarentino; Eva Haas Flatter viene internata a Riva e poi ad Arco, dove nel 1943 verrà arrestata dai nazisti e morirà poi nel campo di sterminio di Auschwitz. Il pensiero di non aver potuto far nulla per scongiurare la fine dell'amica diventerà per Käthe un dolore insanabile. La famiglia Caliò, presentandosi come sfollata da Torino, trova, dal 1940 al 1946, residenza appartata e sicura nella piccola frazione di Garzano nel comune di Civezzano. Qui la famiglia vive nella più completa povertà e sono gli abitanti del paese ad aiutarla, anche se Bernardo Caliò cerca di guadagnare qualche soldo suonando il violino nelle feste e nelle sagre. Quando nasce la seconda figlia Tea nel 1943, chi si reca a trovare la famiglia Caliò trova la neonata adagiata nel fondo di una valigia che le fa da culla. Probabilmente in paese si sa che Käthe è ebrea, ma nessuno rompe il silenzio, e nei periodici rapporti alle autorità tedesche il sindaco Lazzari non segnala alcuna presenza ebraica. I Caliò rimangono fino al 1946 a Garzano, trasferendosi poi in Alto Adige. Käthe e Tea torneranno a Garzano a rivedere gli amici del paese che li avevano aiutati. Nel 2014 Tea è intervenuta, destando grande commozione, alla prima serata di ricordo della vicenda in biblioteca di Civezzano. La comunità di Civezzano collocherà una targa sulla casa di Garzano dove trovò rifugio Käthe con la sua famiglia, con la scritta: «Nel fienile di questa casa trovò rifugio dal 1940 al 1946 Käthe Perlberg con la sua famiglia, protetta e aiutata dagli abitanti della frazione; si salvò dalla furia nazista. Per non dimenticare. Il Comune di Civezzano - 2018». (f.v.)













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