L’hi-tech in aiuto degli anziani in casa 

Una quarantina di persone hanno aderito al progetto “Captain” di Villla Rosa per la sicurezza e una qualità di vita migliore


di Roberto Gerola


PERGINE. Sono una quarantina le adesioni al progetto “Captain”, l’assistenza virtuale alle persone anziane che si sta studiando a Villa Rosa, con il dottor Giovanni Guandalini (ora direttore ad interim del centro di riabilitazione) responsabile del settore “Abilita” cui fa capo “Captain”. Il progetto in questione (acronimo di “Coach Assistent via Projected and TAngible INterface”) è finanziato dalla Comunità europea: per l’Italia scendono in campo l’Azienda sanitaria del Trentino, l’Università di Trento (ingegneria industriale) e SocialIT (azienda informatica del settore servizi alla sanità) e vi partecipano anche altri otto Stati europei. Era stato presentato nell’ottobre scorso, oltre che dal dottor Guandalini anche dal dottor Giandomenico Nollo (ricercatore BioTech all’Università di Trento) e dall’ingegner Maurizio Gianordoli (SocialIT).

Vige il concetto che, come si era detto in quell’occasione, «l’insorgere di una patologia invalidante, così come l’incedere dell’età anziana, può rendere difficile la vita in autonomia e indipendenza; le nuove tecnologie possono far cambiare la casa adeguandola alle nuove necessità». E viene ribaltata l’azione che finora vedeva l’anziano doversi adeguare alla tecnologia.

Con il progetto “Captain” saranno gli anziani a indicare come costruire la nuova tecnologia. Era stata avviata una ricerca di persone che si prestassero a fornire gli elementi utili a questo studio. Il risultato è stato che appunto oltre 40 di “over 60” si sono impegnati a compilare un diario quotidiano delle proprie abitudini e difficoltà che appunto ogni giorno incontrano in casa. In questi giorni sono stati contatti singolarmente dal personale (Barbara, Francesco e Patrizia) per avere un “quadro” della rispettiva situazione (sono stati sottoposti ad un esame conoscitivo che sarà poi trasferito in un data base totalmente anonimo) e il 4 febbraio inizierà la fase di reperimento dei dati attraverso i diari giornalieri (compilazione on line o cartacea). Sono poi programmati incontri ogni 15 giorni, per valutare il prosieguo dell’indagine. Quindi, ci sarà un secondo atto con la elaborazione dei dati.

In sostanza, non sarà più l’anziano ad doversi adattare alla tecnologia, ma viceversa, sarà la tecnologia che si adeguerà alle esigenze dell’anziano per far sì che resti nella propria abitazione nella massima sicurezza, migliorandogli la qualità della vita e facilitandogli l’indipendenza.

Il progetto utilizzerà tecnologie avanzate che monitoreranno quanto accade nell’abitazione e intervengono, quando necessario, interagendo con la persona per un corretto svolgimento delle attività della vita quotidiana: alimentazione regolare, appropriata attività fisica, interazioni sociali. Sarà una “guida discreta” che interviene al momento opportuno.

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