«Il #Kairos post pandemia ritornerà vivo e dinamico» 

La riflessione. Gli educatori del Centro giovanile tracciano il bilancio del 2020 guardando  al 2021, «Un anno difficile e faticoso nel quale abbiamo ricercato momenti di normalità»


Maddalena Di Tolla Deflorian


Pergine. Uno sguardo sull’anno trascorso e uno sul prossimi anno che è alle porte. Una riflessione dell’equipe di educatori del Centro di aggregazione territoriale #Kairos Giovani. Ecco la bellissima lettera che ci scrivono, una lettera capace di visione.

«Il 2020: un anno particolare, difficile, faticoso, giunge al termine. Il lockdown come una forte ventata improvvisa, ha costretto tutti a fermarsi, reinventarsi per non perdere progetti, percorsi, idee, aspettative. Anche noi siamo stati inghiottiti da questa situazione. Noi, abituati a lavorare con i giovani, a proporre attività, laboratori, uscite sul territorio, giochi, progetti con molte realtà locali, abbiamo dovuto fermarci, riorientare i nostri obiettivi, dare nuovo senso alla parola “relazione”. La relazione, soprattutto fisica, tutto a un tratto è stata negata. Ma si sa, a lavorare con i giovani si sviluppa un’indole a flessibilità, “velocità”, riprogettazione, resilienza. Grazie a questo abbiamo rimodulato il nostro lavoro, spostando le attività di animazione in presenza alle piattaforme online con obiettivo principale non perdere il contatto con i ragazzi. Tra una videochiamata e l’altra, giorno dopo giorno, siamo riusciti ad arrivare all’estate e a luglio-agosto abbiamo proposto un centro estivo seguendo scrupolosamente i protocolli sanitari richiesti. Grazie alle bellissime giornate di sole abbiamo potuto organizzare pomeriggi di spensieratezza e divertimento per i giovani della comunità. Con l’arrivo dell’autunno e la riapertura dello spazio di aggregazione, seppur con vincoli, il #Kairos gradualmente è tornato ad essere un punto di riferimento per i ragazzi. Giovani che fanno trasparire i primi segni causati dalla quarantena forzata. Molti di loro hanno abbandonato la scuola, riferiscono di aver “perso” il contatto con alcuni amici, per alcuni il rientro a scuola è stato faticoso, difficile. Stiamo parlando di giovani adolescenti per i quali contatto fisico, relazioni strette, amicizie sono elementi fondamentali per la crescita. Ad oggi tutto ciò è privato o comunque molto limitato. Il nostro compito educativo sta proprio qui: accompagnare i ragazzi in questa particolare situazione. Un accompagnamento emotivo, un supporto per rielaborare delle difficoltà che incontrano quotidianamente attraverso attività e laboratori ad hoc per cercare di restituire e ricostruire momenti di “normalità”». Poi proseguono: «Il 2021? Si auspica sia un anno di ripartenza. Vogliamo che il centro torni ad essere “vivo” e dinamico. Vogliamo che il Centro riprenda la sua identità: il punto cardine per le associazioni, le realtà, le politiche giovanili e per tutta la comunità perginese. Queste speranze non ci fanno però perdere di vista la realtà ancora molto complessa e incerta. Non ci è dato sapere ancora quali saranno le conseguenze di ciò che ci è accaduto in questo strano anno, ma siamo consapevoli di quale sia il nostro compito: sostenere con ostinazione e professionalità il percorso di crescita dei giovani, pronti ad accogliere l'imprevisto, cambi di rotta, incertezza, consapevoli che di fronte al vacillare di quasi tutti i paradigmi relazionali noti occorra un pensiero nuovo ed originale. Quindi con i piedi ben piantati a terra e lo sguardo che sa vedere lontano abbiamo intenzione di affrontare questa crisi come un momento importante in cui vorremmo partecipare attivamente assieme ai ragazzi della comunità alla costruzione di nuovi immaginari di un mondo profondamente rinnovato».













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