Il Comune rivede i confini delle cave di inerti al Ciré 

Approda in consiglio comunale il provvedimento necessario per garantire l’occupazione nelle due aziende interessate a realizzare la nuova viabilità


di Roberto Gerola


PERGINE. Approda lunedì in sede consiliare la variante relativa alla revisione urbanistica della piana del Ciré. E’ collegata alla nuova viabilità e alla conseguente (e necessaria) riperimetrazione delle superfici in gestione alle due imprese estrattive “Corona” e “Targa” (una a nord l’altra a sud della piana di Ciré).

Attraverso la formula della perequazione, il Comune interviene per «ratificare le previsioni urbanistiche relative alle attività di lavorazione inerti già presenti all’interno del perimetro dell’area estrattiva del Ciré, individuata dal Piano provinciale di utilizzazione delle sostanze minerali, promuovendone la riqualificazione mediante interventi di trasformazione compatibili con il contesto paesaggistico ed ambientale, e ottenendo al tempo stesso il conseguimento a titolo gratuito delle aree necessarie a dare attuazione al nuovo assetto infrastrutturale previsto». In particolare, nella delibera si legge che «la variante interviene anche con lo stralcio dal perimetro delle aree estrattive necessarie alla viabilità, ma anche di ulteriori aree già oggetto di ripristino ambientale e delle aree per le quali a conclusione della procedura di Valutazione impatto ambientale, cui era stato sottoposto il Programma comunale, vi era la prescrizione di non procedere con la coltivazione. Provvede inoltre alla modifica della destinazione urbanistica di talune aree a ridosso del torrente Fersina ricadenti nel perimetro dell’area estrattiva al fine di renderne la destinazione finale maggiormente compatibile con il contesto ambientale».

A questo proposito, era stato specificato (nel corso della serata di presentazione al Ciré) che «attualmente, l’esercizio nelle due aree di “lavorazione inerti” avviene attraverso costanti proroghe, la Provincia (e Comune) riconoscerà lo stato di fatto una volta per tutte, in cambio appunto dei terreni necessari alla nuova viabilità. L’alternativa è chiudere le due aree di lavorazione con le conseguenti negative ricadute sull’economia locale, cosa che si vuole assolutamente evitare».

L’altro problema è connesso alla realizzazione della ciclabile arginale che la Provincia intende realizzare appunto sull’argine del Fersina (sponda destra) nel tratto perginese per poi risalire (alla Mochena) per incrociare la ciclabile proveniente da Trento. Anche in questo caso, le due cave ma anche i “Piccoli Frutti” sono chiamati a cedere la fascia di terreno necessaria (tre metri di larghezza, in quanto ciclabile di interesse provinciale).













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