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Sara Pedri, si tornano a scandagliare le acque di Santa Giustina

Da questa mattina una vasta operazione di ricerche con gommoni, cani e ecoscandaglio. Qui la giovane ginecologa scomparve il 4 marzo 2021 (foto tgRai)

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TRENTO. E’ in corso da questa mattina (28 maggio) una vasta operazione di scandagliamento delle acque del lago di Santa Giustina, la zona dove il 4 marzo 2021 scomparve Sara Pedri, la giovane ginecologa di Forlì che lavorava al S.Chiara. 

Impegnati nelle ricerche – dirette dal Commissariato del governo e coordinate dai carabinieri di Cles – oltre 40 operatori specializzati tra Soccorso Alpino Stazione Val di Non, vigili del fuoco volontari con 4 gommoni e un ecoscandaglio, Guardia di Finanza, Soccorso Alpino di Tione con 7 cani, di cui 3 ricerca cadaveri e 4 da ricerca, Carabinieri delle stazioni di Borgo d’Anaunia, Novella e Rumo.

Lo scorso aprile in tribunale a Trento si è svolto  l'incidente probatorio nel procedimento per maltrattamenti a carico di Saverio Tateo, l’ex primario di ginecologia dell'ospedale di Trento in cui lavorava Sara Pedri, e della sua vice Liliana Mereu. Da tante testimonianze raccolte, a partire da quelle dei familiari, è emerso ancora una volta uno stato di profonda angoscia che Sara Pedri stava vivendo da mesi quando scomparve.

 













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