«Acqualido, soldi stanziati con l’ok della Comunità» 

Ronzone, il sindaco Stefano Endrizzi rispedisce al mittente le accuse del collega di Cles, Ruggero Mucchi, per aver «sgraffignato» fondi destinati all’intera valle


di Giacomo Eccher


RONZONE. La piscina pubblica, nella valle di Non, è da anni un nervo scoperto, nervo che evidentemente fa male soprattutto in prossimità di appuntamenti elettorali. Se ne ha avuto prova, l’ennesima, la settimana scorsa con lo scontro aperto in conferenza dei sindaci tra il primo cittadino di Cles, Ruggero Mucchi, e il collega di Ronzone, Stefano Endrizzi, accusato dal primo di avere «sgraffignato» (testuale!) 800.000 euro dal budget valligiano per completare l’impianto “Aqualido” in Alta Valle. Accusa che Endrizzi ha immediatamente contestato e respinto al mittente con una repliche che ha poi voluto chiarire in una successiva conferenza stampa.

«Posso capire la frustrazione del sindaco di Cles che da anni convive con l’ombra della mancata piscina nel capoluogo, ma prima di lanciare accuse è meglio che si informi su come stanno davvero le cose senza cercare alibi in amministrazioni che invece il loro traguardo, seppure con grande difficoltà, impegno e dispendio di energie e di pazienza, lo hanno saputo raggiungere. E questo senza scippare nulla a nessuno, tanto meno al fondo di valle». Come spiega Endrizzi “carte alla mano”, gli 800.000 euro serviti a completare l’Aqualido di Ronzone (inaugurato, lo ricordiamo, giusto un anno fa) vengono dal Fondo per lo sviluppo locale che tra l’altro è stato erogato dalla Provincia con il parere favorevole proprio della Comunità Valle di Non. «Altro che scippo!». Ad affiancare Endrizzi in questa diatriba con Cles c’è il primo cittadino di Ruffré Mendola, Donato Seppi, che la mette sull’ironico, e in versi.

«Caro Mucchi, se non puoi nuotare è l’invidia che ti fa annaspare», ha detto Seppi calcando la mano sulla vicenda che quasi certamente è figlia del voto contrario che Ronzone e Ruffré, assieme a Cavareno e Romeno e l’astensione di Rumo, hanno espresso in sede di conferenza dei sindaci alla proposta di riparto del fondo strategico della valle di Non.

Come emerge dalla delibera provinciale sul fondo per lo sviluppo locale del13 giugno 2016, gli 800.000 euro sono stati assegnati a Ronzone per coprire la maggiore spesa per la realizzazione dell’Aqualido, spesa inizialmente prevista a quota a quota 2.800.000 euro e terminata a consuntivo di 3.600.000 euro. Un supero legato essenzialmente a maggiori quantità correlate all’esecuzione delle opere principali e quindi ad un aumento delle somme a disposizione conseguenti principalmente alla qualificazione degli spazi esteri, agli acquisti delle attrezzature ludiche e degli arredi interni ed esterni, alla fornitura del sistema di controllo accessi e videosorveglianza e infine per la fornitura e posa in opera dell’ascensore.

«Interventi a completamento di un’opera che riveste fondamentale importanza per lo sviluppo turistico ed economico della zona e che ha consentito a un piccolo Comune di 400 abitanti – Endrizzi lo scandisce bene – di realizzare l’unica piscina pubblica di tutta la valle di Non, con indiscusse ricadute anche a livello sociale e sportivo fornendo un nuovo servizio alla collettività». Quello – in sostanza - che vorrebbe (ma finora a vuoto) fare da anni Cles (che di abitanti ne ha 7.000) ingabbiato nel tiramolla della condivisione dei Comuni e del macigno del centro “acquaticità per famiglie” di Revò, un’opera indefinita deliberata in alternativa alla ristrutturazione della vecchia piscina del paese per la quale oltre 10 anni fa la Provincia aveva assegnato un contributo a fondo perduto di oltre 5 milioni di euro.













Scuola & Ricerca

In primo piano