La strada è chiusa per frana e la Val di Cembra si ribella 

Il caso. Traffico interrotto fino al 15 luglio per i massi caduti in alta valle tra Capriana e Molina Il presidente della Comunità Santuari: «Flussi turistici per Fiemme bloccati, siamo in ginocchio»



Val di cembra. Dopo una frana, la chiusura di una strada per 45 giorni scatena la rivolta in Val di Cembra. «Siamo preoccupatissimi: ci sono aziende in difficoltà e i flussi turistici sono stati bloccati proprio all’inizio dell’estate. Già facciamo fatica, così la stagione è compromessa. Questa decisione ci sta mettendo in ginocchio», dice Simone Santuari, presidente della Comunità di valle. La strada che sarà completamente chiusa fino al 15 luglio è un tratto della statale 612, fra Molina e Capriana. Di fatto così si interrompe il collegamento diretto fra l’alta val di Cembra e la val di Fiemme. In questo punto il 29 maggio sono caduti alcuni grossi massi: «Il servizio geologico della Provincia ha fatto un sopralluogo e ritiene che l’apertura della strada durante i lavori sia un rischio. Ma noi pensiamo che non siano state prese in considerazione le nostre esigenze. Ho fatto un sopralluogo e penso che una soluzione diversa si possa trovare».

L’incontro con Fugatti

Per questo settimana prossima Santuari incontrerà il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Anche perché ormai il caso è diventato provinciale: si è mosso il consigliere Alessandro Savoi, che è di casa in val di Cembra. Pietro De Godenz, che invece vive in val di Fiemme, ha già presentato un’interrogazione. «Noi chiediamo che almeno una corsia della strada sia aperta in tempi brevi, perché questa situazione ci sta causando disagi enormi», spiega Santuari. Solo i residenti possono evitare la strada bloccata, passando per Altavalle, ma incrociano un semaforo che lascia il passaggio ogni mezzora. «I tanti artigiani che lavorano con la val di Fiemme hanno un sacco di disagi: le aziende sono furibonde».

La stagione compromessa

E poi c’è il turismo. La val di Cembra trae beneficio dal passaggio di persone dirette in val di Fiemme che spesso si fermano per scoprire queste zone. Ora quegli stessi turisti prendono altre strade, passano dall’altra sponda della valle, al di là dell’Avisio, o da Ora. Il Green grill di Grumes – il bar della Rete delle riserve che è anche un punto informativo sulle aziende e sui prodotti locali – ora potrebbe chiudere fino alla riapertura della strada, proprio per il venir meno del flusso di turisti. «Dopo il 15 luglio, il rischio è che i visitatori si siano già abituati a non passare da qui. Questa decisione calata dall’alto potrebbe compromettere l’intera stagione. Siamo molto preoccupati». D.E.













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