È iniziata tra gli applausi l’impresa di Degasperi 

Alla ricerca del record. Il 38enne trentino è stato incitato anche dal detentore del primato di “dislivello positivo”, Andrea Daprai. Clima di festa nello spiazzo della funivia di Mezzocorona


DANIELE ERLER


Mezzocorona. Da ieri Manuel Degasperi – 38 anni, cresciuto tra Sardagna e il Bondone – sta cercando di battere il record mondiale di dislivello positivo, salendo a piedi per 24 ore sul Monte di Mezzocorona. In queste pagine possiamo aggiornarvi solo fino al momento di andare in stampa. Perché nella notte – mentre le rotative sfornavano il giornale – Manuel stava continuando la sfida contro il cronometro, contro la stanchezza e contro la fatica. Con tante persone insonni, arrivate a Mezzocorona per tifare per lui.

Sensazioni positive

Le 24 ore scadono questa mattina, alle 10 precise. «Mi sento bene, le sensazioni sono positive», diceva ieri. «Il tempo sembra mi stia aiutando: c’è il sole ma non fa caldo». A un’ora dal via, con la mente di tutti già rivolta a quella salita, Manuel ancora si interessa a quello che fa da contorno alla sua gara contro il tempo: nello spiazzo di fronte alla stazione della funivia, c’è un piccolo palco per il dj, un gazebo con le panche, la Sat che per 24 ore sfornerà birre e panini.

«È un’emozione incredibile: non mi aspettavo che arrivasse tutta questa gente per vedermi partire», dice guardandosi intorno. Manca mezz’ora e c’è chi si avvicina per gli ultimi consigli: «Questa notte concediti un po’ di riposo, dormi almeno dieci minuti: lo hanno fatto anche gli altri prima di te». Gli altri sono Jimmy Pellegrini e Andrea Daprai, che sul Monte il record lo hanno già ottenuto. Solo che a ogni primato l’asticella si alza, diventa più difficile, c’è sempre qualcuno da battere: Manuel deve superare Daprai, salire sul Monte per più di 32 volte, con le discese che sono fatte in tutta fretta sulla funivia. Un’impresa.

La partenza

Manca un quarto d’ora alla partenza e arriva anche Daprai: «La sfida non è fra di noi, non siamo rivali. Anzi sono contento che ci sia qualcuno che voglia battere il mio record. Manuel lo conosco bene perché facevamo insieme le gare di sci. Gli auguro tutto il meglio, perché lassù in 24 ore può succedere di tutto».

A cinque minuti dal via, prende la parola il sindaco Mattia Hauser: «Per noi è un onore ospitare questi eventi sportivi». In tanti la pensano allo stesso modo. Intorno si è già formato un nugolo di persone: quasi tutti sono armati di cellulare per immortalare questi momenti. Scocca l’ora e si abbassa la musica. Il papà di Manuel preme il grilletto dello starter. Con un piccolo botto e un filo di fumo, dà il via al cronometro e alla gara contro il tempo. Mentre tutti applaudono, Manuel fa il primo scatto di queste 24 ore e sparisce inghiottito dal bosco. Dalle casse risuona “Eye of the tiger” dei Survivor, la colonna sonora di Rocky. Tradotta, fa più o meno così: «È l’occhio della tigre, è il fremito del combattimento che cresce durante la sfida». La sfida contro il tempo e contro quella salita.















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