Inclusione e rispetto con l’Aisciuda Ladina che piace ai giovani 

Vigo, cerimonia ieri sera all’Hotel Olympic con i partecipanti ai corsi di cultura e lingua del Comun general de Fascia


di Elisa Salvi


VIGO. Una “Aisciuda Ladina” all’insegna dell’inclusione, quella che si è aperta ieri all’Hotel Olympic di Vigo. All’incontro, non solo i vertici del Comun general de Fascia, ma anche una folta rappresentanza del centinaio di persone che ha preso parte ai corsi indetti, tra marzo e aprile, per la 10ª edizione del festival che, fino al 6 maggio, valorizza lingua e cultura ladina. «Sono orgogliosa di dare il via all’Aiusciuda 2018 – ha detto in apertura Elena Testor procuradora del Comun general de Fascia, promotore della rassegna – che è all’insegna delle politiche di inclusione, rivolte in particolare a quanti, arrivando da altri luoghi, fanno della Val di Fassa la loro casa. L’interesse che queste persone mostrano verso la nostra lingua, la nostra cultura e le nostre tradizioni va favorito. Valorizzare la cultura ladina è la migliore risposta ai rischi della globalizzazione. Per questo ringrazio Sabrina Rasom, responsabile dei servizi linguistici del Comun general de Fascia, che, con le colleghe Loreta Florian, Luciana Detomas e Doris Valentini, ha lavorato con passione all’Aisciuda Ladina che ha per protagonisti i “nuovi locutori”. Mi auguro infatti che anche questa iniziativa, oltre a diffondersi nelle altre vallate ladine, in Fassa contribuisca a far sì che al prossimo censimento tutti gli abitanti si dichiarino ladini». Anche il consigliere provinciale ladino Giuseppe Detomas ha sottolineato l’importanza dell’edizione che incoraggia il confronto tra diverse culture, senza il prevalere di una sull’altra: «Il rispetto e pluralismo culturale sono alla base di uno sviluppo armonico della società e mi fa piacere che a questa Aisciuda partecipino anche molti giovani».

Un plauso all’iniziativa è stato espresso anche da Milva Mussner, presidentessa dell’Union Generèla di Ladins dles Dolomites. Interessanti, poi, le immagini, raccolte in un video, che hanno raccontato quanto si è svolto durante i corsi di scultura, cucina, storia, fiori di carta, ma soprattutto l’entusiasmo dei protagonisti che, parlando rigorosamente l’idioma fassano, hanno condiviso passioni ed esperienze. Molti poi dei “corsisti” e degli insegnanti, da Fernando Brunel (storia), a Silvia Murer (scrittura creativa), a Mario Rasom (fiori) a Stefano Ghetta (cucina), hanno manifestato la loro soddisfazione di fronte ai “colleghi” e agli altri intervenuti. Infine, una commossa Sabrina Rasom, prima di invitare tutti a gustare i manicaretti preparati per l’occasione dagli “aspiranti cuochi” ben istruiti dallo stellato Ghetta, ha ricordato le altre iniziative dell’Aisciuda a partire dall’incontro odierno, alle 17 a El Mas di Moena, con Fernando Ramallo, professore di linguistica all’Università spagnola di Vigo: «Il fenomeno dei nuovi parlanti e le sue conseguenze sociologiche e linguistiche. Un’opportunità per le lingue di minoranza? Ricerche, esperienze, dubbi e opportunità per il futuro del linguaggio».















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