giovani protagonisti

Dall’elettricità all’agricoltura bio: la svolta di Andrea

Inama ha 25 anni e vive a Predaia e produce mele ed ortaggi: «Miro all’indipendenza alimentare»


di Carlo Bridi


PREDAIA.  Ancora una volta ci troviamo a raccontare la storia di un giovane che ha cambiato strada. Dopo l’Epaip di Cles, dopo esser diventato prima elettricista e poi manutentore, ha lavorato per  cinque anni al magazzino Coba di Denno. Questo anche perché l’azienda famigliare era condotta part-time assieme al papà perché era di dimensioni modeste poco più di un ettaro.

Ma alla fine del 2018 il forte richiamo della campagna e di un modello di vita sostenibile a 360 gradi, gli ha fatto prendere la decisione di abbandonare il posto fisso e di dedicarsi a tempo pieno all’agricoltura.

La prima scelta è stata quella di trasformare l’azienda condotta con il metodo integrato in azienda biologica. Quest’anno dopo il canonico periodo di conversione, è il primo anno che il giovane conferisce alla Società ortofrutticola di Tassullo aderente a Melinda, le mele biologiche. Com’è noto Melinda ha incoraggiato la trasformazione con un aiuto di 8000 euro l’anno per due anni.

Questa è la storia di  Andrea Inama, un giovane di 25 anni molto sensibile ai temi ambientali e con una grande attenzione all’alimentazione, al punto che ha scelto di produrre tutti gli ortaggi per la famiglia in azienda.

“Voglio raggiungere l’indipendenza alimentare, diventando autonomo al 100% nella produzione di alimenti per la mia famiglia”, afferma con determinazione Andrea.

Ma vista la qualità degli ortaggi che produceva, hanno cominciato gli amici e poi i conoscenti a chiedere anche loro degli ortaggi prodotti con il metodo naturale.

E’ nata così una seconda attività al punto che la superficie coltivata ad ortaggi ha raggiunto i 2000 metri quadrati. Si tratta di ortaggi di tutti i tipi: tutti i tipi di insalate, di cavoli di fagiolini ai vari ortaggi da radice e da tuberi tipo patate ecc.

"Per assicurare una buona produzione – spiega Inama – ho introdotto la rotazione delle colture. Non faccio i mercati contadini, per vendere i miei ortaggi è bastato il passa parola”.

In questo periodo è immerso nel raccolto aiutato dalla giovane moglie Angela che condivide anche lei le sue idee ed ha la stessa passione per un modello di agricoltura sostenibile: anche lei che lavorava nei magazzini di Melinda si è licenziata ed è impegnata costantemente a fianco del marito.

Sembra quasi strano ma anche in Valle di Non si trovano giovani famiglie con questa spiccata sensibilità ambientale e per il cibo naturale. Abbiamo intervistato Andrea all’indomani del referendum sul biologico, che lui ha bocciato senza appello.

"Non è così che si costruisce un modello di agricoltura sostenibile – afferma – le case vanno costruite piano piano dalle fondamenta non cominciando a costruire la casa dal tetto con interventi non condivisi de noi produttori biologici che sappiamo benissimo quanto sia problematico il produrre secondo il modello biologico”.

Tornano alla sua attività, “l’ettaro di mele è coltivato – spiega – con una vasta serie di varietà con maturazione scalare in modo da non dover ricorrere a mano d’opera esterna alla famiglia. Così dopo la Renetta Canada c’è il raccolto delle Stark Delicious, quindi delle Golden Delicious che abbiamo fatto questa settimana ma abbiamo inserito anche altre varietà nuove resistenti consigliate anche da Melinda”.

Alla domanda del perché abbia fatto la scelta di lasciare un posto fisso che tutto sommato gli piaceva la risposta è netta: “non è certo stato il miraggio del maggior guadagno che mi ha portato a licenziarmi per fare il contadino, ma la grande passione per questa professione e per una vita diversa da quella del lavoratore dipendente”.

"Questa - precisa Andrea – è una professione che ti permette di esprimerti al massimo aggiornando costantemente la tua professionalità. Fare biologico non è facile ma è possibile basta il grande impegno. Certo, il tempo che passi in azienda è molto maggiore che per produrre l’integrato”.

Dal 2020 Inama è titolare d’azienda ed ha da poco concluso il corso biennale delle 600 ore organizzato dalla Fem. “Un corso – spiega – che mi ha dato tanto, è molto impegnativo ma necessario per chi intende gestire un’azienda agricola.

Ma Andrea ha ancora molti sogni nel cassetto, il più importante è quello di arrivare ad un modello di agricoltura che vada oltre il biologico.

"Certo, ci vuole il supporto della ricerca e della consulenza tecnica ma io lo vedo possibile” afferma.

Il poco tempo che le rimane per gli hobby lo dedica allo sci alpinismo, mentre è impegnato nel direttivo del gruppo giovani Santa Giustina di Dermulo che organizza molte manifestazioni nel paese.

La cosa strana è che in molti giovani ai quali propone le sue idee non trova condivisione cosa che invece trova nelle persone più avanti negli anni.













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