LA SITUAZIONE

Coronavirus, altre 10 vittime in Trentino. Sono 1450 le persone vaccinate

Calano i ricoveri con sintomi e le persone in terapia intensiva


di Luca Marognoli


TRENTO. Il 2021 si apre con altre 10 vittime del Coronavirus in Trentino. Calano però i ricoverati in terapia intensiva, 39, 3 in meno di ieri, e i ricoverati in ospedale con sintomi, 362, 18 in meno di ieri (fonte ministero della salute).

I nuovi casi positivi al tampone molecolare sono 147 su 2777 tamponi, all'antigenico 381 su 1766. A comunicare i dati l'assessora alla sanità, Stefania Segnana.

Tra i positivi i bambini e ragazzi sono 42, gli ultrasettantenni 105, i ricoveri 401, con 29 nuovi ingressi e 42 dimissioni.

Situazione vaccini anti-Covid: alle 20.30 di ieri sera erano 1450 le persone vaccinate. Sono state 1116 nelle Rsa e 341 negli ospedali.

Registrati meno effetti collaterali del previsto: soprattutto alcuni casi di dolenzia al braccio nelle ore successive. "L'impressione è che siano inferiori addirittura dell'antinfluenzale", ha detto il direttore dell'Apss Pier Paolo Benetollo.

Già consegnate 2 mila dosi delle 4.800 in arrivo.

Il governatore Maurizio Fugatti ha espresso l'auspicio che la zona rossa/arancione dia risultati positivi. "La percentuale di positività sui tamponi molecolari è del 14% su base nazionale, abbastanza elevata. In Trentino è del 7%, la metà. Se dovessimo contare gli antigenici saremo sul 12%. Sono comunque dati alti".

Dopo il 7 resteremo zona gialla? "L'ultimo monitoraggio (periodo 21-27 dicembre) è sostanzialmente buono, al netto della "solita" criticità delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive. L'Rt è dello 0,71, il secondo più basso a livello nazionale. La classificazione del rischio è moderata".

A preoccupare - ha aggiunto il presidente della giunta provinciale - è il numero di ultrasettantenni risultati positivi, che oggi sono 105.

Gli interventi chirurgici proseguono ma il Covid ha un impatto notevole: "Garantiamo le emergenze e gli interventi urgenti. C'è invece da alcune settimane un rallentamento importante per quelli programmati", ha spiegato Benetollo. "Il numero di anziani che si ammala è costante ed elevato: gli ospedali sono quindi concentrati sull'assistenza a questi pazienti".













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