«L’ex Quisisana finito nel 2021» 

Il cantiere infinito ad Arco. L’assessore Roberto Zampiccoli in visita con il direttore lavori Luca Cucino nelle fondamenta del nuovo “centro socio-culturale”. Il palco ipogeo avrà una torre scenica di 8 metri. Sarà una struttura di medie dimensioni. Prevista anche una sala proiezioni


Leonardo Omezzolli


Arco. Entro la fine del 2021 il teatro auditorium di Arco all’ex Quisisana sarà completato. Almeno nella sua struttura muraria, mentre per quanto riguarda gli interni, si dovrà prima capire la sua destinazione ultima, scelta che andrà ad incidere, inevitabilmente sugli arredi, i quali, al momento, non hanno ancora una copertura di spesa all’interno del bilancio comunale.

Se per ora passeggiando nelle immediate vicinanze non sembra sia cambiato molto, un vero passo in avanti visivo lo si potrà vedere con la fine di febbraio quando, con una delicata operazione di trasporto, sarà portata da Trento lungo la valle del Sarca, l’imponente copertura “semisferica” in acciaio della sala centrale dello stabile.

Novità che sono state presentate nella mattinata di ieri dall’assessore Roberto Zampiccoli proprio all’ingresso del cantiere del costruendo “centro socioculturale”: questa, infatti, l’ultima definizione data all’ex complesso sanatoriale. Presenti i tecnici comunali e il direttore lavori, l'ingegnere Luca Cucino. «Nella giornata di giovedì - ha spiegato Zampiccoli - abbiamo avuto un incontro con il progettista Alberto Cecchetto, proprio per rivedere il progetto e capire tutte le necessità che serviranno a completare questa struttura. Con la nuova ditta appaltatrice, la Inco Srl, siamo certi di poter portare a termine quest’opera che oramai ha un decorso decennale. Oggi diamo per certa la sua realizzazione e proprio per questo abbiamo cominciato a ragionare sugli arredi». Ossia a meglio definire il ruolo attivo e fattivo di questo centro culturale.

Stando alle parole dell’assessore, il palco ipogeo, interrato a cinque metri sotto terra, la torre scenica alta 8 metri dal livello del terreno e le complessive dimensioni relativamente contenute, renderanno questo teatro da circa 400 posti una struttura di medie dimensioni e non un teatro sociale. «La sua struttura imporrà delle ovvie limitazioni rispetto a teatri di altra fattura - ha spiegato Zampiccoli riferendosi anche alle progettualità dei vicini rivani -. Inoltre è prevista anche una sala di proiezione, cosa che potrebbe lasciare spazio a una sala cinematografica. Data la solidità dell’azienda e la certezza di portare a compimento l’opera ora abbiamo cominciato a ragionare sul suo futuro».

Un futuro che inevitabilmente dovrà tenere conto dei costi di allestimento e di quelli di gestione, ma ancora più importante sarà cercare di contestualizzare questo fulcro moderno e culturale in un contesto edile dominato dalle fatiscenti strutture di villa Elena e dell’ex Quisisana. «Abbiamo estrema fiducia nel terzo appaltatore - ha confermato con entusiasmo il direttore Cucino -. È un cantiere difficile, ma la struttura sarà terminata entro la fine del 2021. Per le sue peculiarità architettoniche avrà inoltre un impatto visivo molto contenuto grazie anche alla copertura, già ordinata e in arrivo a febbraio, coperta di manto erboso».

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