«Il Comune non chieda i danni per la prelazione» 

Capannone Ferrari, interviene Ravagni: «Ora è meglio evitare altre brutte figure» Rullo (5 Stelle) duro contro l’amministrazione: «Non c’era una visione strategica» 


di Gianluca Marcolini


ARCO. «Vedremo di sederci intorno ad un tavolo con i titolari della ditta Bagozzi per capire i motivi che li hanno portati a prendere questa decisione e verificare se vi siano o meno dei margini di discussione». Il vicesindaco Stefano Bresciani veste i panni del pompiere e cerca di smorzare immediatamente ogni cenno di polemica riguardo la conclusione, a sorpresa, della vicenda del capannone di via Santa Caterina. La Ferrari Legnami, come abbiamo scritto in esclusiva sull’edizione di ieri, ha deciso di non cederlo al Comune di Arco, nonostante il diritto di prelazione che il sindaco Betta ha esercitato formalmente già qualche settimana fa, ma di venderlo alla Bagozzi, l’azienda specializzata nella carpenteria metallica che da tempo va cercando una sede più ampia rispetto a quella attuale di via della Crosetta.

La scelta di Ferrari e Bagozzi di procedere alla compravendita, ignorando così la prelazione comunale, è stata ufficialmente comunicata, l’altro giorno, all’amministrazione arcense. A riferirne in giunta ci ha pensato, giovedì pomeriggio, l’assessore al patrimonio Tomaso Ricci. La notizia ha lasciato tutti a bocca aperta anche se qualche avvisaglia vi era stata nei giorni scorsi, quando dei segnali, in tal senso, erano giunti in municipio.

Il Comune, ora, non ha alcuna possibilità di opporsi perché la prelazione era semplicemente “volontaria”. In linea teorica può chiedere i danni alla Ferrari Legnami per il mancato rispetto dell’accordo (ma si parla di cifre tutt’altro che ingenti) anche se la stessa ditta, che ha scelto di vendere a Bagozzi anziché al Comune, ha comunicato all’amministrazione comunale, tramite lettera di tre giorni fa, che la prelazione è da ritenersi decaduta visto che il Comune non ha formalizzato l’intenzione di acquisire in blocco le due particelle che Ferrari aveva messo in vendita, ovvero oltre alla seconda parte di capannone attigua al magazzino comunale (su cui il Comune vantava la prelazione) anche l’ex Vetrogarda. In buona sostanza non era volontà di Ferrari cedere una sola particella (quella della prelazione) e visto che il Comune non ha palesato l’interesse ad acquisire l’intero blocco sarebbe da ritenersi decaduto il diritto in capo all’amministrazione. Materia da legali. Nel frattempo, però, si registrano le reazioni politiche. Per il consigliere comunale di opposizione Andrea Ravagni il Comune non deve chiedere i danni: «Vista la brutta figura che ha rimediato il Comune in questa vicenda, è meglio lasciar perdere e passare ad altro. D’altronde lo avevo detto in tempi non sospetti che l’acquisizione non era cosa da fare e sono contento che alla fine il capannone se lo sia comperato Bagozzi. Adesso lasciamo in pace questa azienda che tra l’altro ha programmi di crescita anche occupazionale». «Il Comune di Arco si era messo di traverso, senza nessun progetto o visione strategica, ostacolando di fatto la vendita da parte di Ferrari alla ditta Bagozzi che, con l’acquisto dell’ area, andrà ad ampliare attività e forza lavoro, con ricadute positive sull’economia locale - commenta il 5 Stelle Giovanni Rullo - se non vi fosse stata questa pervicacia nelle due ditte con molta probabilità avremmo assistito ad un danno erariale per l’acquisto di un’area inutilizzata e il trasferimento in altro Comune dell’azienda Bagozzi. Per questo ci siamo sempre opposti».













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