Campane rumorose, consiglio pastorale ad hoc 

Il caso ad Arco. Invitato anche l’assessore Andreasi per discutere la questione e verificare la disponibilità del parroco a modificare i rintocchi e la durata. A tutela degli abitanti di Chiarano


Gianluca Ricci


Arco. Ci sono concrete possibilità che le campane della chiesa di San Marcello non rappresentino più un problema per le orecchie di tutti coloro che abitano intorno alla piazza. L’amministrazione comunale, raccogliendo l’appello lanciato pochi giorni fa da alcuni residenti, indispettiti dal volume e dalla frequenza delle emissioni sonore, è intervenuta presso il parroco per verificare possibili soluzioni per rendere compatibili le esigenze dei fedeli con quelle dei residenti. Questa sera l’assessore Gabriele Andreasi interverrà alla riunione del consiglio pastorale per discutere della questione e verificare la disponibilità del parroco a modificare le modalità di utilizzo del campanile. Grandi margini di manovra, però, non ce ne sono, visto che si tratta di un impianto piuttosto vecchio e che le campane non hanno un silenziatore. I residenti che, esasperati, hanno minacciato di coinvolgere l’agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, hanno misurato, pur con strumenti non omologati, il raggiungimento della soglia di 95 decibel nel pieno dello scampanio, decisamente superiore ai limiti consentiti dalla legge.

L’unica opzione, visto che non si può regolare il volume, sarà probabilmente quella di riorganizzare il calendario, limitando al minimo indispensabile i momenti della giornata da celebrare con i rintocchi e riducendone la durata, visto che a tutt’oggi ogni “scarica” si articola in 120 rintocchi: un vero problema per chi, soprattutto di questi tempi, deve svolgere la sua attività lavorativa da casa. Tenuto conto che la chiesa viene utilizzata per cerimonie religiose soltanto la domenica, si potrà intervenire per diradare l’utilizzo delle campane nei giorni feriali: fermo restando che nei giorni comandati anche i residenti dovranno sopportare un po’ di rumore in più e considerarlo il necessario rumore di fondo del dì di festa, come da millenaria tradizione.













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