«Dopo le feste vogliamo il nuovo piano industriale» 

I sindacati rinviano i giudizi sulla cessione delle cartiere Fedrigoni al fondo americano. Zucchellini (Rsu): «Il cambio di proprietà suscita insicurezza»



ALTOGARDA. Ci sono un po’ di mormorii nelle cartiere altogardesane del Gruppo Fedrigoni dopo l’annuncio della cessione della proprietà al fondo americano Bain Capital hanno prontamente comunicato con una lettera d’intenti. Parole che però lasciano ancora spazio a qualche preoccupazione. Sulla questione è tornato Alan Tancredi della Uilcom Uil del Trentino: «Dopo anni di rumors, indiscrezioni, smentite Fedrigoni fa sul serio e sottoscrive un preliminare con un fondo. Non siamo in grado di fare valutazioni appropriate ma certamente vi sono delle incognite che andranno chiarite nei prossimi mesi. Noi chiediamo continuità occupazionale e nel progetto industriale che dovrà in primis risolvere l’attuale difficoltà nella produzione di uno dei prodotti a più alta marginalità, la Cartamoneta». Opinione condivisa da altri membri delle Rsu Uilcom, in primis Claudio Zucchellini. «La lettera con la quale si sono presentati è una bella proposta ma non è detto che sia seguita dai fatti - commenta - quello che ci aspettiamo è che nei primi giorni del nuovo anno la parte acquirente arrivi con un piano industriale definito così da avere in mano la prova delle loro intenzioni e rassicurare tutti definitivamente. In questo momento vi sono umori contrastanti anche tra gli operai. Il cambio di proprietà suscita insicurezza, ma la loro lettera d’intenti sembrerebbe promettere un futuro roseo, non solo garante dell’attuale status, ma addirittura con una maggio crescita occupazionale». «Non vorremmo - chiude Zucchellini - che si parificassero gli stabilimenti o che si arrivasse a tagliare gli stipendi e infine a chiudere gli stabilimenti più piccoli o meno produttivi».

La questione Fedrigoni è approdata anche in Senato grazie ad una interrogazione presentata dal senatore Vittorio Fravezzi. «L’auspicio - dichiara il parlamentare - è che gli impegni che sono stati assunti con la nota inviata possano essere onorati e mantenuti. Che il socio di maggioranza abbia intenzione di far crescere il gruppo viste le potenzialità che può avere a livello internazionale ed europeo. La speranza, inoltre, è che si possano attuare degli investimenti e che questi possano essere indirizzati a favore delle professionalità anche a fronte degli incentivi che sono stati appena approvati in occasione della legge di bilancio con l’industria 4.0 e il lavoro fatto e finalizzato all’occupazione giovanile, incentivi che potranno aiutare il rilancio di questo importante gruppo». (l.o.)













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