Natura e politica

Passo Sella, il coraggio non abita qui

Numero chiuso (di manica larga) per le auto dal lunedì al venerdi. E addio alla strepitosa idea di vivere il passo nel silenzio della natura, almeno una volta alla settimana. Stop per troppa paura "elettorale"


Paolo Mantovan


Purtroppo il coraggio in questo territorio non c’è. Non c’è la capacità di rischiare. La voglia di provare ad andare un po’ più in là, a vedere l’effetto che fa. Lo scorso anno sul Passo Sella un tentativo è stato fatto. Una giornata totalmente chiusa alle auto. Solo bus navetta. Una giornata dedicata al solo “rumore” (musica?) della natura e al silenzio delle auto. Una giornata per iniziare a vedere se è possibile portare sulle Dolomiti un nuovo mondo: quello che ci aiuta a vivere a più stretto contatto con la natura. E che può suggerire l’idea di un’oasi naturale. Che può moltiplicare l’effetto di interesse per questo territorio. È servito a qualcosa? Macché. Quest’anno è stato fatto un bel passo indietro.

Le due Province autonome (Trento e Bolzano) a fronte delle lamentele di alcuni operatori del Passo Sella (leggi: qualche voto nell’estate che precede le elezioni provinciali) hanno deciso di non chiudere più per un’intera giornata l’ingresso al Passo Sella, ma di ridurre (se riuscirà) il flusso di veicoli del 20 per cento. Più concretamente autorizzeranno - a partire da oggi fino alla fine di agosto - la salita di oltre 2 mila veicoli al giorno (con apposito pass) dalle 9 alle 16, oltre a quelli che saliranno prima delle 9 e dopo le 16 e a quelli che saliranno in deroga. L’ordinanza peraltro prevede le limitazioni solo dal lunedì al venerdì (che bravi: proprio nei giorni già di minor traffico!!!). Da Canazei saliranno 175 veicoli l’ora dalle 9 alle 12. Dalla Val Gardena invece 200 veicoli l’ora. E gli amministratori presentando la nuova iniziativa (un gigantesco passo indietro) si sono mostrati molto fiduciosi, perché - hanno detto - sono convinti che così si ridurrà il traffico del 20 per cento.

Ma è questo l’obiettivo? Ridurre un po’ il traffico? Ma - ci scusino lor signori assessori e presidenti di Province autonome - l’obiettivo non era questo. L’idea vera era offrire un’esperienza nuova: raggiungere il Passo e trovarsi fra i sentieri a ridosso del Passo senza alcun rumore di vetture, eliminare all’improvviso il nostro frastuono e al contempo calarsi nella verità della natura che abbiamo negato, sentendo in lontananza i fischi delle marmotte, il rumore di un ruscello, la potenza avvolgente del silenzio delle cime. Si tratta anche di una grande idea per il futuro. Lanciare l’oasi del passo dolomitico. Un’idea straordinaria anche dal punto di vista turistico (diamine!). Niente. Troppo difficile. Qui solo idee paludate e minimali. Qui al massimo un venti per cento in meno di auto, che non cambia quasi nulla, che permette solo di far finta di aver fatto qualcosa per l’ambiente.

Una incapacità di guardar lontano che abbiamo, purtroppo, registrato anche la scorsa estate quando nacque un’altra idea e questa idea (che puntava oltre le piccole dinamiche di una provincia) fu subito gettata nel cestino dai nostri amministratori. Era la proposta di un imprenditore, Lorenzo Delladio de “La Sportiva”, di creare un parco di attrazioni dolce e delicato su un altro passo, il Rolle, sradicando alcuni impianti di risalita per “bonificare” un’area da dedicare a ciaspole, scialpinismo, nordic walking e slitte. Un’idea innovativa, capace di attrarre il turismo ecosostenibile che si sta diffondendo a macchia d’olio, capace di dare un’idea di visione di futuro a tutto il Trentino. E invece no. Arrivò la bocciatura, perché andava rassicurato il sistema degli impiantisti. Come se quel progetto potesse intaccarli, mentre era soltanto un’idea nuova, che si aggiungeva. E che offriva un’oasi.

Ecco. Pensate se ora i turisti sapessero che qui c’è un passo che si può raggiungere solo a piedi, in bici o col bus. Dove si vive il “rumore” della natura. E pensate se sapessero che c’è un altro passo, anche questo dolomitico, dove c’è un’area “liberata” dagli impianti, da vivere dolcemente nel suo paesaggio naturale. Ecco. Il Trentino sarebbe il luogo non solo delle Dolomiti, ma anche il centro di un nuovo mondo. Invece niente, ragazzi. Si finisce per cedere alle lamentele di alcuni albergatori del Sella e al bisogno di tenere dei rapporti con gli impiantisti al Rolle. Tutto perché per una manciata di voti. Uno sguardo verso il futuro è troppo impegnativo. Le belle idee devono naufragare. Il mondo come lo vorremmo è meglio dimenticarlo. Una manciata di voti vale di più. Da oggi vedrete qualche macchina in meno sul Passo Sella. E sentirete nuove lamentele degli albergatori. E gli amministratori, di nuovo, cercheranno una soluzione ancor meno impattante... Il coraggio non abita qui.













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