IL CASO DI BORGO

Gli stranieri e il sindaco felice

Festeggiato il primato: superati i 7 mila residenti. Grazie agli immigrati


Vincenzo Passerini

Borgo Valsugana, ha scritto Marika Caumo sul “Trentino” di giovedì 16 gennaio in un documentato servizio, “festeggia il primato: superati i 7 mila residenti”. Grazie agli immigrati stranieri. E il sindaco di centrodestra, Enrico Galvan, è felice per questo “dato storico”, a lungo inseguito. Grazie agli immigrati stranieri, Borgo ha invertito la rotta dell’inesorabile declino che sta spegnendo molti paesi trentini. 

Perché nel 2019 sono nati 47 bambini nel capoluogo valsuganotto, ma ci sono stati 64 decessi. È il Trentino, è l’Italia, è la vecchia Europa: i morti sono molti di più dei nati. Però Borgo è stata salvata dai nuovi 317 immigrati (per lo più europei, e poi africani, asiatici, americani), molti di più degli emigranti, 227. È il Trentino, è l’Italia, è la vecchia Europa: sopravvivono se ci sono immigrati stranieri. Se arrivano giovani immigrati a portare futuro a paesi che stanno morendo di vecchiaia. Inesorabilmente. 

Il centrodestra è specializzato nella propaganda che demonizza gli stranieri. Che li trasforma in una minaccia per le nostre comunità. Basti vedere a tutte le scelte della Giunta provinciale leghista. Un atteggiamento incivile e immorale la demonizzazione dello straniero. Fatta poi da un popolo di emigranti, come gli italiani, come i trentini. Ma anche un atteggiamento suicida. Fuori della realtà. Perché sono i giovani immigrati stranieri che stanno salvando dalla morte le nostre comunità. E quando si governa e non si fa propaganda, anche un sindaco di centrodestra non può che guardare la realtà e dire, come ha detto a Marika Caumo il sindaco di Borgo: “Una situazione positiva, con la comunità che aumenta anche nella presenza di cittadini stranieri, in controtendenza rispetto ad altri Comuni”. Il sindaco di centrodestra non può che essere orgoglioso della sua comunità dove “possono convivere serenamente diverse realtà culturali e di provenienza”. E aggiunge Galvan, smentendo tutta la propaganda del centrodestra: “Questi nuovi flussi non hanno inciso in questioni di sicurezza, non ho rilevamenti di particolari problemi, se non alcune situazioni comuni ad altri centri, comunque monitorate con costanza e capillarità dalle forze dell’ordine”. Queste cose le dicono anche gli altri sindaci del Trentino di fronte ad analoghe situazioni: non ci sono particolari problemi di sicurezza.

Gli stranieri non sono una minaccia, ma la salvezza delle nostre comunità. Guardiamo, ad esempio, ai dati provinciali nelle scuole dell’infanzia: 14.020 iscritti nell’anno scolastico 2019-20: 409 in meno rispetto all’anno prima. Un crollo. Ma un crollo che sarebbe devastante se non ci fossero i 2.021 bambini figli di genitori con cittadinanza straniera. Da anni è così. I figli di famiglie con cittadinanza straniera salvano decine di scuole (e centinaia di posti di lavoro), salvano comunità, salvano futuro. Questa è la realtà. Le necessarie politiche di sostegno alla natalità devono rimuovere ostacoli economici e sociali alla maternità: sul lavoro, nei servizi sociali, nelle politiche fiscali. Ma il crollo demografico è talmente consolidato ed elevato che solo intelligenti politiche migratorie possono impedire alle nostre comunità un pauroso invecchiamento e l’estinzione. L’Italia è piena di borghi semplicemente chiusi. Morti. Questo è il grande tema delle prossime elezioni amministrative.

Abbiamo bisogno di amministratori comunali che non facciano propaganda, ma siano seri. Realisti e intelligenti. 

Che sappiano costruire comunità dove si coltiva con intelligenza la convivenza tra persone di provenienza e cultura diversa. Comunità che rifiutino odi e inimicizie. Che coltivino l’amicizia. Che valorizzino i valori e i talenti delle persone che vi vivono. Già sono molti gli stranieri che arricchiscono le nostre comunità. Che contribuiscono a farle crescere. Cresciamo insieme. Bisogna cambiare radicalmente atteggiamento. Mettere al bando definitivamente la stupida politica dell’odio contro lo straniero.