Sergio Zanella: il prof contadino fra api, pecore e galline in val di Sole
La storia di un trentatreenne laureato in lettere che sta realizzando il sogno giovanile di occuparsi anche di un'azienda agricola: «Ho unito la mia passione per la storia locale a quella per gli animali: allevo quasi solamente razze autoctone»
La storia di questa settimana, ci porta in valle di Sole e precisamente nella piccola frazione di Magras del comune di Malè.
È anche questa una storia un po’ particolare perché il protagonista è un laureato in lettere, un titolo di studio distante dalla professione agricola.
Parliamo di Sergio Zanella, un trentatreenne che ha realizzato un’azienda particolare.
Si tratta di un’azienda mista “La Lec” con arnie e pecore, oltre a piccolo allevamento hobbistico di galline di razza Proves- della val d’Ultimo. La superficie dell’azienda è di cinque ettari, l'impegno di certo è parecchio.
Ma come mai un laureato in lettere ha fatto questa scelta?
«È una scelta - ci risponde - maturata passo dopo passo. La passione per gli animali da cortile mi accompagna fin da giovane, e si è sviluppata con il passare degli anni.
Da bambino il mio giorno preferito era il 1° maggio, quando si andava alla fiera a Cles ad acquistare le galline. Poi, una volta maggiorenne, le cose sono cambiate: dapprima ho avviato l’attività apistica, con due arnie (ora diventate quasi 30), poi nel 2020 ho iniziato ad allevare alcune pecore.
Con altri amici iniziammo con quattro capi, ora sono quasi decuplicati. Non avevo alcun mezzo (falciatrice, soffiatore, decespugliatore, imballatrice,…) e con tanti sacrifici mi sono acquistato tutto.
Ho poi unito la mia passione per la storia locale a quella per gli animali: allevo quasi solamente razze autoctone, come la pecora tingola di Fiemme, l’ape carnica e la gallina di Proves Val d’Ultimo».
Sergio, lei è titolare d’azienda da 10 anni, quali progetti futuri?
«Realizzare il sogno di acquistare un maso in val di Rabbi dove riunire tutti gli animali dell’azienda. Ora non ho terreni o immobili agricoli di proprietà e gestisco Pracorno di Rabbi, 5 ettari di prato dove sfalcio il fieno, faccio pascolare le pecore e faccio bottinare le mie api.
E vorrei riuscire a coniugare al meglio il mio lavoro di professore all’alberghiero di Ossana e la passione per gli animali. Mi piacerebbe riuscire a trasmettere questo amore al mio primo figlio, in arrivo a gennaio 2026».
Insomma non si è certo pentito di questa scelta impegnativa?
«Assolutamente no, anche se la gestione dell’azienda agricola a volte sottrae tempo ed energie alla famiglia.
Amo il mio territorio e le montagne, un ecosistema tanto imponente quanto delicato. Purtroppo non amo andare in ferie lontano da casa, all’ombrellone e a una cena in riva al mare preferisco un pascolo fiorito e un panino con formaggio e salame.
Ha mai pensato alla conversione al biologico in azienda?
«Non ho una certificazione bio ma api e pecore sono gestite totalmente in maniera etica e sostenibile. Le api sono libere di scegliere i fiori da bottinare e le pecore brucano l’erba della Val di Rabbi. Non uso mangimi in inverno, solo fieno di buona qualità autoprodotto.
Con il mio miele faccio in parte vendita diretta e in parte lo conferisco al Museo dell’ape di Croviana per la vendita al dettaglio. Per quanto riguarda invece la carne d’agnello, per cui servirebbe una maggiore valorizzazione, conferisco alla Federazione provinciale degli allevatori mentre a Pasqua e Natale mi reco presso un macello autorizzato in valle per poi rifornire alcuni rinomati ristoranti del territorio.
Su questo prodotto servirebbe un salto di qualità anche da parte del consumatore: sono animali che vivono liberi con le loro mamme fino a completo svezzamento, non mangiano mangimi e non sono quasi mai trattati con medicinali. È una carne etica, 100% grass feed, ma il mercato preferisce il salmone d’allevamento o il petto di tacchino allevato chissà dove».
Impegni nel sociale?
«Ne ho avuti vari. In età giovanile ho praticato diversi sport, ultimamente mi sto dedicando alla corsa in montagna anche se il tempo per le gare e gli allenamenti è poco. Sono poi al momento nel direttivo del gruppo giovani del mio paese nonché nel consiglio pastorale della mia parrocchia, nel Cda della Famiglia Cooperativa di Malè e sono presidente di un’associazione che gestisce le attività di alcune realtà naturalistiche in val di Sole».
Altri hobby?
«Oltre alla corsa in montagna, mi piace la pesca».
Cosa dicono gli amici della scelta?
«Gli amici e i miei genitori sostengono che io sia pazzo. Sicuramente alzarsi alle 5 del mattino per andare in stalla o al pascolo, rincasare entro le 7 per essere pulito e ordinato a scuola alle 8 non è semplice. Ma mi hanno sempre insegnato che chi è causa del suo mal pianga se stesso, quindi non mi lamento».
E gli altri imprenditore agricoli della zona?
«C’è chi mi vede come un semplice hobbista, c’è chi mi ha fatto i complimenti per la mia scelta. In genere devo dire che se in passato ho avuto bisogno di qualche attrezzo per la fienagione o di aiuto ho sempre trovato persone disposte ad aiutarmi, e questo è ciò che più conta. In agricoltura credo che esista ancora un forte senso di solidarietà».
Sergio è sposato con Arianna che attende un bambino: «Lei a volte fatica a comprendere alcune mie decisioni, ma non mi fa pesare le mie scelte ed è spesso in prima fila ad aiutarmi con la gestione dei recinti, con le api o in altre attività. Questo appoggio da parte sua è per me fondamentale».