«Troppi turni di reperibilità» Conto di 75 mila euro a Ramponi 

Magistratura contabile. La Procura cita in giudizio il primario del Pronto soccorso perché avrebbe superato il limite previsto dal contratto, facendo spendere all’Azienda una cifra eccessiva


Ubaldo Cordellini


Trento. Avrebbe fatto troppi turni di reperibilità aggravando i costi per l’Azienda sanitaria. Per questo il Procuratore della Corte dei Conti Marcovalerio Pozzato ha citato in giudizio il primario del Pronto Soccorso del Santa Chiara Claudio Ramponi imputandogli un danno erariale di 75 mila e 140 euro. Secondo l’accusa, il dottor Ramponi invece di distribuire i turni di «pronta disponibilità», come vengono definiti dal contratto collettivo di lavoro tra tutti i 25 colleghi del reparto, li avrebbe fatti quasi tutti lui. Tanto che nel periodo tra l’1 gennaio 2013 e 31 luglio 2018 su un totale di 2.858 turni eseguibili, compresi quelli per il carcere di Spini, Ramponi ne avrebbe svolti 2.224. In questo modo, però, avrebbe prodotto un danno alle casse dell’Azienda sanitaria dal momento che il contratto collettivo di lavoro dei dirigenti medici prevede che i turni di pronta disponibilità vengano pagati 48 euro l’uno fino a un massimo di 10 per ciascun medico e che, sopra questo limite, il compenso diventi di 100 euro per ogni turno. Lo stesso contratto prevede che il tetto di 10 turni possa essere superato solo in caso di emergenze documentate, motivate, transitorie e straordinarie. Il danno economico per le casse pubbliche starebbe nel fatto che, se i turni fossero stati distribuiti tra tutti i medici del reparto, l’Azienda sanitaria li avrebbe pagati 48 euro l’uno e non 100 euro, quanto prendeva Ramponi per aver superato il limite mensile di 10. L’indagine è partita da un esposto del consigliere provinciale Filippo Degasperi.

Secondo la Procura della Corte dei Conti, invece, Ramponi avrebbe superato sistematicamente questo limite per «sprezzante sciatteria e mala gestio del potere organizzativo». E questo avrebbe portato a «un abnorme ricorso alla deroga del tetto massimo di 10 turni mensili pro-capite». Durante l’istruttoria il primario, difeso dall’avvocato Roberto Bertuol, si è difeso in modo molto articolato sostenendo che nel reparto non c’erano abbastanza medici volontari che avrebbero voluto fare i turni di reperibilità e che solo tre di loro hanno la specializzazione in medicina d’urgenza. Ramponi ha anche ricordato che la sua Unità deve affrontare 90 mila accessi all’anno.

La Procura, però, ha ritenuto che gli argomenti avanzati da Ramponi non fossero conferenti e ha rincarato la dose: «Il comportamento gravemente colpevole di Ramponi non può che essere attribuito alla grave e colpevole negligenza concretizzatasi nella sprezzante trascuratezza dei doveri prescritti in relazione alla qualifica e competenza e ha omesso di verificare se vi fossero medici disponibili». Il primario, sentito ieri, però ribatte: «Sono sereno. Ho fatto tutto per garantire un servizio di alta qualità ed efficienza». Ora saranno i giudici a decidere se c’è stato un danno erariale.













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