Stappo con sciabolata: ferita al collo

Una ragazza stava cenando allo «Scrigno» quando è stata centrata dai vetri della bottiglia. Venti punti di sutura



TRENTO. Il nome tecnico è «sabrage» e indica un modo molto coreografico di aprire le bottiglie di champagne: tagliando il collo della bottiglia con una sciabola. Coreografico ma potenzialmente pericoloso come ora sa bene - suo malgrado - una ragazza di 35 anni che mercoledì scorso è finita al pronto soccorso con un taglio di sei centimetri alla base del collo. E ci sono voluti una ventina di punti di sutura per ricucire la ferita provocata dal collo tagliente della bottiglia che l’ha colpita in pieno. «Sono felice di poter raccontare quello che mi è accaduto - spiega - perché nella sfortuna sono fortunata, ma vorrei che ciò che è successo a me servisse per evitare altre situazioni simili, per far capire che un momento emozionante come quello della “sciabolatura” può essere anche pericoloso».

Lei mercoledì sera era con due amiche ad un tavolo - nella parte esterna - dello Scrigno del Duomo. «Erano circa le 23 - racconta - e stavamo per andarcene. E non ci eravamo resi conto di quello che stava succedendo in un tavolino dietro di noi». Dove, ricostruendo poi, una coppia aveva ordinato una bottiglie di champagne con «sabrage» annesso. «Ho avuto una strana sensazione alla base del collo - racconta la sfortunata protagonista di questa storia - come se avessi dentro qualcosa. Poi ho abbassato lo sguardo e ho visto il sangue sulla mia maglietta. D’istinto mi sono tamponata con il tovagliolo, ma ancora non riuscivo a capire quello che era successo». E la ricostruzione è arrivata nei successivi - concitati - momenti. Sono stati altri due clienti a capire subito che non si trattava di un «taglietto» chiedendo che venisse chiamata l’ambulanza. «Mi hanno portato al pronto soccorso - prosegue il suo racconto la ragazza ferita - e qui mi hanno fatto l’anestesia locale e quindi mi hanno applicato i venti punti di sutura. Il mio medico di base mi ha confermato che in ospedale è stato fatto un buon lavoro ma la cicatrice comunque si vede e ora non dovrei prendere il sole in questa zona per qualche mese. Come se fosse una cosa facile in questi giorni!» La prognosi è di nove giorni e dopo lo spavento iniziale, la ragazza si sta riprendendo. Ma per lei la faccenda non è chiusa. «Per come sono andate le cose - spiega - sto seriamente pensando di affidarmi ad un legale e presentare una denuncia».

Dal canto suo Alessandro Bettucchi, anima e volto dello «Scrigno del Duomo», è mortificato per quanto successo. «Avevo capito che si trattava di una ferita superficiale, mi spiace molto per la ragazza che spero si faccia viva al più presto con me perché non ho i suoi recapiti. Sono a sua completa disposizione per qualsiasi eventualità. Mi pare evidente che ci sia stato un errore e sono dispiaciuto per quello che è successo. Per noi la “sciabolatura” è una cosa molto rara che viene richiesta in occasioni speciali ma si tratta di pochissimi casi».

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