I Fugatti al gran completo  La Lega festeggia in famiglia 

La moglie del governatore in aula con bimbi e nonni. Tutti confessano:  «L’esordio? Una grande emozione». In tribuna le mamme dei neoconsiglieri


di Chiara Bert


TRENTO. Sofia Fugatti, 8 anni, ieri mattina voleva andare a scuola, non in consiglio provinciale a vedere il papà debuttare da presidente della Provincia. Si è messa anche a piangere: «Non potevano farlo di sabato?». La mamma l’ha convinta. Si va tutti a Trento, oggi bisogna. Invece Matteo, il fratello gemello, sembrava per nulla dispiaciuto all’idea di saltare un giorno di scuola e guardava incuriosito giù dalla balaustra verso gli scranni del consiglio, dove il papà e gli altri parlavano del presidente da eleggere, e poi votavano entrando in una cabina di legno.

Sofia fa la spola avanti e indietro. È noioso? «Sì», confessa con candore. Poi si volta verso la nonna e le strappa un sorriso: «Ma doveva per forza dire di sì a fare il presidente?». Sofia, era meglio prima? «No, è uguale».

Il «clan Fugatti» ieri è salito in forze da Masi di Avio per il debutto di Maurizio nella nuova veste di governatore. «Emozionati, sì», confida la moglie Elisa, sorridente ed elegante nella sua gonna lunga plissettata verde (verde pino, non Lega). In consiglio eravamo già stati ma oggi siamo venuti a vedere il papà, in questo nuovo ruolo è diverso». Ci sono anche i genitori del presidente. Il papà Adriano, sorriso largo: «Come lo vedo? Per la verità lo vedo poco, parte presto da casa e ritorna tardi. No, niente consigli, non gli servono». La mamma Maria Saveria: «Sono tranquilla, nessuna tensione. Maurizio è uno che pesa tutto quello che fa, assomiglia a me». La famiglia posa per una foto, con la sorella di Maurizio, la nipote, lo zio Gemmo e il cugino Valentino che vive nel bellunese e parla così del nuovo governatore: «È maturo e preparato, deciso nelle cose ma disponibile. Gli facciamo tanti auguri».

Nel giorno in cui nel parlamento dell’autonomia parte solenne la nuova legislatura, e i consiglieri - vecchi e nuovi - giurano sulla Costituzione, la famiglia Fugatti sorridente, con bimbi e nonni al seguito, e il papà-presidente che mostra ai figli l’aula dove lavora, restituisce un’immagine umana della politica che ha in sè qualcosa di nuovo rispetto al passato. Non che alla prima seduta non fosse sempre pieno di parenti emozionati, ma consorti e figli di presidenti e assessori sono stati tradizionalmente banditi, in una rigida e fino ad oggi inviolabile separazione tra vita politica e familiare.

Qualcosa sembra cambiato e ieri nell’emiciclo si percepiva. Non c’erano naturalmente solo i Fugatti sulle tribune assiepate a seguire i debuttanti. La festa è soprattutto dei nuovi arrivati, la pattuglia leghista che entra in aula forte di 13 eletti. E così le mamme si godono insieme l’esordio dei figli catapultati ai vertici delle istituzioni, nella politica che conta. Bruna Giuliani, capogruppo in consiglio comunale a Trento, attivista di lunga data e mamma del neoassessore Mirko Bisesti, e poi Elena, mamma di Devid Moranduzzo, e Andreina, mamma di Denis Paoli da Mezzocorona. È tutto un baci e abbracci, i parenti di Fugatti che chiacchierano con l’assessora Stefania Segnana, le neoassessore tra loro legate da una consuetudine di anni trascorsi insieme alla Lega e poi dalla breve avventura parlamentare vissuta ancora una volta fianco a fianco. Una festa corale dove tutti si conoscono, si chiamano per nome e oggi sono qui a gustarsi insieme una vittoria che prima che dei singoli è vittoria di gruppo: è il turno di una nuova leva di consiglieri, giovani e scalpitanti. «Sì, è una soddisfazione», ammette mamma Bruna.

Alla buvette, in disparte dal bar del consiglio preso d’assalto da consiglieri, parenti, addetti (più o meno) ai lavori, un’altra neoconsigliera leghista, Katia Rossato, già protagonista delle cronache per le sue frasi sui bambini immigrati che alla Vela «occupano le nostre altalene»: emozionata anche lei, mentre il marito posta foto con cuore su Facebook, «sono capitata seduta vicino a Savoi, un veterano per fortuna, così può spiegarmi anche le piccole cose, come si vota».

Il primo giorno di scuola ognuno lo vive a modo suo. I veterani del consiglio si muovono sornioni. Mario Tonina è passato al fotofinish dai banchi Upt allo scranno di assessore nella giunta di centrodestra: «Mi sono messo al posto di Olivi. Emozionato? Ho 60 anni, la vivo tranquillo».













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