Comuni, 40 gestioni associate. Ma è caos

Daldoss presenta la proposta della Provincia: spinta a chi sceglie la fusione, poche deroghe. I sindaci: «Ci serve più tempo».


di Chiara Bert


TRENTO. L’iter per le gestioni associate dei servizi comunali è partito, ma la strada appare tutta in salita. I Comuni chiedono più tempo e dovendo scegliere una battuta per riassumere lo stato d’animo di molti sindaci, probabilmente sarebbe quella del sindaco di Denno Fabrizio Inama: «Ci sono un miliardo di problemi».

Gestioni associate, atto secondo (il primo fu, tre anni fa, quello dell’allora assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi). La bozza della Provincia - presentata ieri dall’assessore Carlo Daldoss al Consiglio delle autonomie - prevede circa 40 ambiti territoriali, 143 Comuni coinvolti per 220 mila abitanti.

La riforma. Per i Comuni sotto i 5 mila abitanti che non avviano processi di fusione - è il senso della riforma istituzionale approvata lo scorso novembre - la strada obbligata è quella di gestire insieme tutti i principali servizi, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza e soprattutto ridurre la spesa. Si tratta di segreteria generale, personale e organizzazione, gestione economica, finanziaria, programmazione, provveditorato e controllo di gestione, entrate tributarie e servizi fiscali, beni demaniali e patrimoniali, ufficio tecnico, urbanistica e gestione del territorio, anagrafe, stato civile, elettorale, leva e servizio statistico, servizi relativi al commercio

I tempi. La prima scadenza, ormai ravvicinata, è quella del 10 novembre, data entro la quale la Provincia, d’intesa con il Consiglio delle autonomie, individua gli ambiti associativi. Entro il 10 febbraio 2016 i Comuni dovranno presentare il progetto di riorganizzazione dei servizi, entro il 30 giugno il via alla gestione associata di almeno due servizi (tra cui la segreteria), entro il 31 dicembre partenza completa. In caso non vengano sottoscritte le convenzioni, la Provincia può esercitare il potere di diffida e sostitutivo.

La bozza Daldoss. La proposta individua circa 40 ambiti: 2 in val di Fiemme, uno in val di Fassa, 2 in Primiero, 3 in Valsugana e Tesino, 4 o 5 in Alta Valsugana, 2 in val di Cembra, 5 in Val di Non, 3 in Val di Sole, 4 o 5 in Giudicarie, 3 in Alto Garda e Ledro, 4 o 5 in Vallagarina, 3 in Rotaliana, 1 per val d’Adige, Paganella, valle dei Laghi, Altipiani Cimbri. Tra i Comuni coinvolti (sopra i 5 mila abitanti) ci sono Pergine (con i Comuni della val dei Mocheni e Vignola Falesina), Baselga di Piné (con Bedollo), Lavis (con Giovo), Riva (con Tenno) e Mezzocorona (con Roveré della Luna). Cinque le possibili deroghe: Avio (esonerato in quanto Comune di confine), per gli altri gli ambiti sarebbero sotto la soglia dei 5 mila abitanti, ovvero Vallarsa, Terragnolo e Trambileno; Bocenago, Caderzone Terme, Pelugo, Spiazzo Rendena e Strembo; Commezzadura, Mezzana e Dimaro-Folgarida; Canal San Bovo, Imer e Mezzano. Restano poi, ha spiegato Daldoss, alcune situazioni da valutare: Nago Torbole, Tione, Civezzano, Terza sponda Mezzalone-val di Non e Alta val di Non.

Le deroghe. L’obbligo delle gestioni associate si intreccia con il tema delle fusioni, perché è prevista una deroga per i Comuni che entro il 10 novembre avviano processi di fusione di un nuovo Comune di almeno 2 mila abitanti o che coinvolge almeno 3 Comuni: il premio, non da poco, è che per tre anni riceveranno i finanziamenti provinciali che avevano prima dell’avvio della fusione, oltre ai contributi della Regione. Deroga anche i Comuni che decidono di fondersi con i nuovi Comuni (esito di referendum) che nasceranno il 1° gennaio 2016. In 67 Comuni, dal 2009 quando erano 223, hanno completato il processo creando 22 Comuni con una riduzione di 45 (-20%): al 1° gennaio 2016 i Comuni saranno 178.

Le reazioni. Per il sindaco di Denno Fabrizio Inama «i tempi del protocollo sono incompatibili con scelte avvedute, creeremmo solo caos, ci servono 2-3 mesi in più. Noi per 4 Comuni abbiamo 3 software diversi». «Che succede per i Comuni che hanno già le gestioni associate in capo alle Comunità di valle, come in Vallagarina?», ha chiesto il rappresentante delle Comunità Stefano Bisoffi. «Restano dove sono», risponde Daldoss. Per Stefano Moltrer (Palù del Fersina) «5 mila abitanti sono troppi, i Comuni rischiano di diventare un ufficio periferico». Il sindaco di Riva Adalberto Mosaner incalza: «Dove avremo 3 grandi Comuni in gestione associata, la Comunità serve ancora?». E cita due esempi: «Vengono esonerati dalla gestione associata i Comuni di Daiano Varena e Carano che si fondono e insieme non arrivano a 2500 abitanti e Nago Torbole che ne ha 2800 no?» .

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