«Lupi fondamentali per l’equilibrio dell'ecosistema, bisogna proteggere i capi di allevamento»
Anche Legambiente e LNDC intervengono contro l'abbattimento in Lessinia trentina di un esemplare maschio adulto "accusato" di predazioni: «Per la coesistenza servono più investimenti nella prevenzione, recinzioni, cani da guardianìa e sistemi di dissuasione»
IL FATTO Ala, abbattuto dal corpo forestale un lupo maschio adulto
WWF «Uccidere i predatori grande passo indietro per la coesistenza»
Anche Legambiente, come diverse altre realtà, interviene, esprimendo « profonda condanna e preoccupazione», dopo l’abbattimento del lupo in Lessinia in un pascolo limitrofo a malga Boldera, a cura della Provincia autonoma di Trento, un'azione motivata da piazza Dante con la prevenzione dei danni agli allevamenti in zona (l'animale era ritenuto responsabile di predazione).
«È un grave passo indietro - scrive l'associazione - nella gestione della fauna selvatica in Trentino e in Italia. Servono prevenzione e conoscenza, non fucili.
Alle istituzioni chiediamo investimenti concreti nella mitigazione e nella prevenzione, lavorando attraverso un’alleanza e una gestione condivisa con le comunità locali, ma anche formazione e supporto tecnico agli allevatori e indennizzi rapidi e adeguati per i danni subiti».
Legambiente entra poi nel dettaglio: «Gli abbattimenti, anche se autorizzati, – dichiara Stefano Raimondi, responsabile nazionale biodiversità di Legambiente - rischiano di compromettere gli equilibri ecologici, la coesistenza con gli allevatori e la percezione pubblica verso specie considerate a rischio.
Prima di procedere con misure estreme come l’abbattimento è imperativo che vengano messe in campo tutte le azioni preventive possibili.
Si deve valutare chi paga il costo ambientale di un abbattimento, non solo sotto il profilo del valore intrinseco di ogni individuo della specie, ma anche considerando il rischio di effetti a catena: perdita di funzione ecologica, alterazioni nei comportamenti del branco, ripercussioni sulla fauna preda e sugli ecosistemi locali.
La scienza, infatti, non conferma in alcun modo che eliminare singoli esemplari possa ridurre le predazioni sul bestiame. Come spiegato da diversi zoologi, gli abbattimenti rischiano anzi di produrre l’effetto opposto”.
È indispensabile che la politica riconosca l’importanza di soluzioni basate sulla scienza e sulla prevenzione, abbandonando logiche punitive e di accanimento che non solo non risolvono i conflitti, ma rischiano di acuire la tensione sociale e di compromettere la conservazione di una specie fondamentale per l’equilibrio naturale e sociale degli ecosistemi alpini.
Alle istituzioni chiediamo di cambiare rotta e di impegnarsi su un fronte davvero risolutivo tramite: investimenti concreti nella mitigazione e nella prevenzione (come recinzioni elettrificate, cani da guardianìa, sistemi di dissuasione) lavorando sempre di più attraverso un’alleanza e una gestione condivisa con le comunità locali; una formazione e un supporto tecnico agli allevatori utilizzando un approccio scientifico; indennizzi rapidi e adeguati per i danni subiti per garantire la sostenibilità economica delle attività pastorali senza ricorrere a scorciatoie dannose».
Legambiente ricorda infine che il lupo è una specie ancora rigorosamente protetta in Italia. La direttiva Habitat stabilisce chiaramente che gli abbattimenti possano essere considerati solo come extrema ratio, a condizione che non esistano alternative praticabili: «La protezione della fauna selvatica non è una questione secondaria, ma centrale per il benessere ambientale, per l’equilibrio degli ecosistemi e per la qualità della vita nei nostri territori montani».
Interviene anche LNDC Animal Protection (Lega nazionale difesa del cane) che parla di «la visione miope e vendicativa della politica locale e scelta incomprensibile di Ispra».
In particolare, l'associaizone scrive: «Un lupo è stato ucciso in Lessinia su ordine della Provincia di Trento, con il parere favorevole di Ispra. LNDC Animal Protection condanna fermamente la decisione, che rappresenta un atto punitivo e ingiustificato verso la fauna selvatica e un grave tradimento del mandato istituzionale di tutela ambientale
Secondo le ricostruzioni giornalistiche, la decisione è stata presa in risposta ad alcuni episodi di predazione, ma con modalità che appaiono più come un gesto miope e vendicativo che come una misura realmente fondata su basi scientifiche.
LNDC Animal Protection condanna con fermezza quanto accaduto, sottolineando che questa ennesima uccisione non risolve in alcun modo le problematiche legate alla convivenza tra predatori e attività umane. Al contrario, rappresenta solo una resa alle pressioni di interessi economici e di una politica locale che ha fatto dell’odio verso i grandi carnivori un cavallo di battaglia.
LNDC Animal Protection, insieme ad altre associazioni, si è rivolta al Presidente del Tar di Trento chiedendo la sospensione del decreto emanato da Fugatti. L’istanza, tuttavia, è stata respinta e ora non resta che attendere l’udienza collegiale del Tar, fissata per il 9 ottobre. Nel frattempo, però, un lupo è già stato ucciso.
Una situazione analoga si è verificata a Bolzano, dove un altro lupo è stato abbattuto e solo l’intervento del Consiglio di Stato ha permesso di evitare ulteriori uccisioni.
Anche nel caso della Provincia di Trento intendiamo seguire lo stesso iter legale, con la speranza che la giustizia intervenga per fermare queste decisioni crudeli e proteggere i lupi minacciati.
Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, afferma: «Lupo e orso sono specie protette e hanno un ruolo ecologico fondamentale. Decidere di uccidere un animale selvatico come punizione per il suo comportamento naturale significa ignorare secoli di biologia e mettere a rischio l’equilibrio degli ecosistemi.
È ancora più grave che ISPRA, ente tecnico che dovrebbe vigilare sulla tutela della biodiversità, abbia avallato una decisione tanto incomprensibile quanto pericolosa».
L’associazione, nel comunicato diffuso dopo l'episodio in Lessiona, ribadisce che «le vere soluzioni ai conflitti tra allevamento e predatori sono ben altre: investimenti in misure di prevenzione come recinzioni, cani da guardiania, risarcimenti rapidi ed equi per gli allevatori danneggiati. Scelte che richiedono volontà politica e visione a lungo termine, non scorciatoie cruente che tradiscono il mandato di tutela della fauna selvatica.
La vicenda della Lessinia - conclude LNDC - dimostra ancora una volta come la gestione degli animali selvatici sia ostaggio di una propaganda basata sulla paura e sulla vendetta, anziché su dati scientifici e responsabilità istituzionale. LNDC Animal Protection continuerà a battersi contro questa deriva, perché lupo e orso non sono nemici da eliminare, ma esseri senzienti e parte integrante della natura che tutti abbiamo il dovere di proteggere».